Thrive, l’enciclopedia del complottismo
Un documentario americano prodotto da un ricco ereditiero accumula popolarità (e preoccupazioni) in rete grazie a una formidabile concentrazione di paranoie e deliri
Negli Stati Uniti si sta cominciando a discutere molto di Thrive, un documentario ideato e finanziato in gran parte da Foster Gamble (erede del fondatore della nota multinazionale Procter & Gamble) e sua moglie, che è uscito l’11 novembre 2011 (11/11/11) su internet: con molti sostenitori e un movimento che sta facendo proselitismo, e molti critici preoccupati della sua influenza e del suo messaggio. Un articolo sullo Huffington Post lo ha così descritto:
Ci sono state molte proiezioni nella Bay Area di un film indipendente chiamato Thrive. È un lungo documentario, con un tono pseudoscientifico e new age, che sarebbe abbastanza innocuo se non mascherasse un’agenda politica reazionaria e libertaria che è in stridente contrasto con il tono tranquillizzante della presentazione.
Il film
La critica di Georgia Kelly sullo Huffington Post è anzitutto politica: Gamble dice di voler organizzare intorno al sito del documentario una sorta di movimento dei cittadini intorno all’analisi dei problemi del mondo proposta da lui e alle possibili soluzioni. E il pensiero di Gamble è molto vicino al pensiero conservatore americano antistatalista e estremamente libertario. Ma il contenuto stesso del film basta a rendersi conto che, al di là del messaggio politico, si tratta di uno strano miscuglio di teorie del complotto e di elementi scientifici male amalgamati. Il film è visibile doppiato in una decina di lingue, compreso l’italiano, dietro il pagamento di 5$.
Thrive significa “prosperare” e “trarre profitto”. La voce narrante e il “creatore” del film, come viene definito nei titoli di coda, è Foster Gamble, erede di James Gamble, uno dei co-fondatori della multinazionale Procter & Gamble nel 1837. Gamble si presenta sullo schermo e dice che esporrà i risultati della sua ricerca durata tutta la vita (l’illuminazione fondamentale, dice Gamble, gli venne da bambino sul pulmino per andare a scuola) sulle cause dei mali del mondo, sul funzionamento dei meccanismi fondamentali della nostra società e sulla possibilità di rimediare alle ingiustizie, alla fame e alla povertà.
Il documentario è una vera e propria enciclopedia cospirazionista – e a questo si deve la sua crescente popolarità, soprattutto in rete – e organizza in un unico disegno che si vorrebbe coerente tutte le possibili teorie del complotto più conosciute negli ultimi anni, mescolate ad argomenti pseudoscientifici che non vengono mai precisati né spiegati in ogni passaggio. Gamble dice subito di aver “trovato un codice, uno schema nella natura” inscritto nelle leggi della natura, riportato nelle arti attraverso i secoli e alla base di una nuova, possibile, rivoluzionaria fonte di energia. Questa struttura è il toro, una forma geometrica più o meno a forma di ciambella.
Questa struttura si ripeterebbe su tutti i piani e a tutti i livelli dell’universo: dall’atomo alle forme dei frutti al campo magnetico terrestre alle galassie. “L’universo è una fabbrica per lo sviluppo di tori”, dice a un certo punto uno dei numerosi ospiti di Gamble. E poi comincia la cavalcata storico-astronomica: Nassim Haramein, presentato come “cosmologo, inventore” e ben conosciuto per i suoi studi ufologici e pseudoscientifici, spiega come la struttura toroidale si ritrovi raffigurata in un antico tempio egizio, nella Città proibita di Pechino, tra gli aztechi e i nativi americani, nella Cabala ebraica, nel sistema dei Ching cinese e nel tempio di Efeso in Turchia. E come sarà arrivata a tutte queste civiltà diverse e lontane nel tempo e nello spazio?
A portare la struttura toroidale sulla Terra sono stati gli alieni. Il fatto è inizialmente avanzato in via dubitativa, ma poi “confermato” mostrando diversi video amatoriali che mostrerebbero astronavi (tutti contemporanei) e intervistando diversi ospiti, tra cui anche l’astronauta dell’Apollo 14 Edgar Mitchell, “il sesto uomo sulla Luna”, che dà per certe le attività extraterrestri (il forte interesse di Mitchell per l’ufologia e il paranormale è noto da tempo). Una delle prove che i tori vengono dallo spazio sono i cerchi nel grano, che ritrarrebbero frequentemente dei tori.
Il toro sarebbe inoltre la chiave per una fonte di energia gratuita, illimitata e pulita, ma quando, in passato, alcuni scienziati se ne sono accorti, FBI ed esercito sono intervenuti per devastare i loro laboratori, imprigionarli o metterli a tacere, emarginandoli. Il motivo, e qui si passa all’analisi della nostra società, è la volontà di mantenere il controllo mondiale sulla finanza, l’istruzione, la sanità e la produzione di cibo che è attualmente in mano a un gruppo molto ristretto di persone che appartengono alle compagnie petrolifere, ai banchieri (si citano con insistenza le famiglie Rockefeller, Rothschild e Morgan) e alle multinazionali.
In questo momento di “analisi”, grande spazio è dato a David Icke, che presenta un complicato sistema basato sui depositi bancari per arricchire le banche sulla pelle della gente basato sulla riserva frazionaria (in realtà uno degli aspetti ben noti del funzionamento del sistema bancario internazionale). Icke, ex commentatore sportivo della BBC, è noto per la sua teoria, alla base della sua intensa attività editoriale (ha pubblicato una cinquantina di libri) che il mondo è dominato da una ristretta cerchia di rettiliani, specie di lucertoloni che riescono a mascherarsi da esseri umani, tra cui George Bush senior, la regina Elisabetta II e l’attore e cantante Kris Kristofferson (nel film la teoria dei rettiliani di Icke non viene mai nominata). Il piano di dominazione globale prevede la creazione ad arte delle emergenze (attentati, guerre, epidemie) e di uccidere gran parte della popolazione del mondo per facilitarne il controllo.
La parte propositiva è limitata all’ultima mezz’ora. Le soluzioni sono estremamente banali, estremamente vaghe e politicamente marcate, e in molti casi così generiche da non poter che essere condivise, come la non violenza o l’investimento sulle energie alternative. I cittadini dovrebbero contrapporsi al governo, alle tasse “non volontarie”, alla Federal Reserve, alle grandi banche e agli OGM, in una specie di liberismo estremo che è già ampiamente alla base del pensiero conservatore americano. Dopo una lunga sparizione, ricompare il toro (insieme a un breve accenno all’aikido totalmente fuori luogo) che fornirebbe lo schema fondamentale, il modello per il mondo riformato.