L’Ungheria di nuovo nei guai con l’UE
La Commissione Europea ha detto che martedì prossimo deciderà se aprire un procedimento contro gli ultimi provvedimenti approvati dal governo Orban
La Commissione Europea ha annunciato che continuerà l’esame delle ultime riforme istituzionali approvate dal parlamento ungherese fino a martedì prossimo, giorno in cui deciderà se aprire un procedimento legale contro il paese. Il commissario europeo per gli affari economici e monetari, il finlandese Olli Rehn, ha detto che l’Ungheria rischia anche la sospensione da alcuni programmi di sostegno allo sviluppo, se non prenderà nuove misure per mettere sotto controllo il suo deficit pubblico.
Le pressioni dell’Unione Europea sull’Ungheria arrivano a una settimana di distanza dalle proteste dell’opposizione contro il governo di Viktor Orban, del partito conservatore Fidesz, che in parlamento ha due terzi dei seggi dopo le elezioni dell’aprile 2010. Da parte sua, Orban non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche in merito ai provvedimenti minacciati dall’Unione Europea. Negli ultimi giorni sembra aver assunto toni più moderati e concilianti, e la replica è arrivata tramite il suo portavoce, che si è limitato a dire che l’Ungheria è uno stato di diritto, che rispetta “i valori universali europei” e che è aperta a trattative per trovare soluzioni. Il portavoce ha aggiunto che il governo attende con fiducia la conclusione dell’esame dei nuovi provvedimenti da parte dell’UE, di cui l’Ungheria fa parte dal 2004.
Il partito nazionalista Jobbik, che un sondaggio del 14 dicembre di Szonda Ipsos ha mostrato essere in forte crescita e al secondo posto tra le intenzioni di voto, ha detto che la sostiene la possibilità per l’Ungheria esca dall’Unione Europea, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa statale MTI (Magyar Távirati Iroda), per difendere la “sovranità dell’Ungheria” e non le leggi specifiche (Jobbik è attualmente all’opposizione, dato che il partito di Orban governa da solo).
I provvedimenti contestati riguardano le ultime modifiche costituzionali approvate dal parlamento ungherese ed entrate in vigore il primo gennaio 2012: queste riguardano il sistema elettorale (che secondo i critici è stato modificato per favorire ulteriormente Fidesz), la libertà di stampa e le istituzioni dello stato. L’Unione Europea aveva già espresso preoccupazione per le norme sui mezzi di comunicazione, approvate a inizio anno, mentre anche le modifiche alla banca centrale ungherese avevano provocato proteste dell’opposizione e dubbi del mondo finanziario a dicembre 2011.
Oltre agli scontri politici, l’Ungheria attraversa un periodo difficile dal punto di vista finanziario: è stato uno dei paesi colpiti più duramente dalla crisi finanziaria iniziata nel 2008, dopo gli ottimi risultati economici negli anni Novanta. Nel 2008 ha ricevuto un prestito di circa 20 miliardi di euro dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea, ma poco dopo le elezioni del 2010 il paese ha abbandonato i negoziati per un nuovo prestito: la recessione in cui è entrato il paese ha aiutato la vittoria del partito di centrodestra Fidesz, che a quelle elezioni ha ottenuto due terzi dei seggi del parlamento, e la forte avanzata del partito xenofobo e antisemita Jobbik. Nelle ultime settimane la situazione finanziaria del paese è peggiorata ulteriormente, e le agenzie di rating sono intervenute diverse volte abbassando la valutazione dei titoli di stato del paese.
foto: JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images