Il video simbolo dell’arroganza dei ricchi in Messico
Mostra l'inquilino di un palazzo di lusso che aggredisce e umilia il portiere: sta generando indignazione e polemiche
I principali giornali online messicani mostrano da ieri un video che è stato pubblicato su YouTube e che nelle ultime ore è diventato il simbolo della prepotenza e dell’arroganza dei ricchi sui poveri, un tema che in Messico è particolarmente frequente.
Il video è girato dalla telecamera di sorveglianza nella hall di un palazzo residenziale a Bosques de las Lomas, un quartiere di lusso di Città del Messico, e mostra uno degli abitanti del palazzo che aggredisce ferocemente il custode del parcheggio del palazzo dopo averlo umiliato e insultato. Miguel Moisés Sacal Skeme, l’aggressore, chiede al custode Hugo Enrique Vega di cambiargli la gomma dell’auto, una Porsche. Vega risponde che ha l’ordine di non allontanarsi dalla hall per restare al servizio degli altri residenti e lo invita a rivolgersi all’amministratore del palazzo. A quel punto Sacal inizia a insultarlo e lo aggredisce colpendolo in testa e rompendogli alcuni denti. Le forze di sicurezza intervengono blandamente per separarli ma Sacal continua a schiaffeggiarlo e offenderlo: lo chiama “indio”, “inferiore” e dice di pagare “30mila pesos perché questi facciano quel che gli chiedo”. Vega subisce non avendo il coraggio nemmeno di protestare.
L’accaduto risale all’otto luglio scorso, il video è stato diffuso in seguito alla notizia che Sacal aveva ottenuto una sospensione provvisoria contro il mandato di carcerazione. Vega ha detto alla stampa locale di non aver reagito per timore di perdere il lavoro e che in seguito aveva denunciato Sacal per ottenere il rimborso delle spese mediche.
Il New York Times spiega che in Messico gli episodi di razzismo e di tensione sociale tra ricchi e poveri sono all’ordine del giorno a causa dell’estrema diseguaglianza con cui è distribuita la ricchezza. Ad agosto era circolato in rete un video in cui due donne delle classi alte avevano spintonato e insultato un poliziotto di Città del Messico, chiamandolo «dipendente schifoso». Il video aveva provocato indignazione e proteste e le due donne erano state condannato per resistenza a pubblico ufficiale e razzismo. A dicembre la figlia del principale candidato alla presidenza dell’opposizione Enrique Peña Nieto aveva ritwittato un messaggio in cui gli oppositori di suo padre venivano definiti «un mucchio di idioti appartenenti al proletariato».