Le morti degli scienziati nucleari iraniani
Oggi a Teheran è stato ucciso un professore universitario: è l'ultimo di una lunga serie di omicidi e sparizioni di scienziati e militari coinvolti nel programma nucleare del paese
Un professore universitario iraniano, Mostafa Ahmadi Roshan, 32 anni, è stato ucciso oggi a Teheran dall’esplosione di una bomba che alcuni motociclisti avrebbero piazzato sulla sua auto, una Peugeot 405. Roshan, un chimico dell’università Sharif di Teheran, lavorava anche in uno dei principali impianti del programma nucleare iraniano, quello di Natanz nell’Iran centrale.
L’agenzia di stampa Fars News, considerata una fonte di notizie semiufficiale del governo iraniano, ha accusato dell’attentato il Mossad, il servizio segreto israeliano, citando il blog di un giornalista statunitense di Seattle, Richard Silverstein.
Negli ultimi cinque anni, una serie di sparizioni e di uccisioni hanno colpito scienziati coinvolti a vario titolo nel programma nucleare iraniano, che il paese sostiene essere destinato a fini unicamente pacifici e per la produzione di energia. Negli ultimi mesi le accuse all’Iran sullo sviluppo di tecnologie nucleari anche per fini bellici ha portato a sanzioni della comunità internazionale e a scontri diplomatici con diversi paesi occidentali. Oltre agli scienziati iraniani uccisi o scomparsi, il programma nucleare iraniano è stato colpito da un potente virus informatico, Stuxnet, la cui origine non è mai stata chiarita, ma di cui si sospetta la creazione da parte di Israele. Israele ha più volte fatto dichiarazioni bellicose nei confronti dell’Iran, facendo capire che non tollererà lo sviluppo di armi nucleari da parte del paese. Da parte sua, l’Iran accusa costantemente Israele, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e i paesi occidentali di aver organizzato un piano per uccidere gli uomini chiave del suo programma nucleare, i cui nomi, secondo l’Iran, gli vengono rivelati dall’AIEA.
(Stuxnet, il virus contro l’atomica iraniana)
Il Daily Telegraph fa un elenco degli scienziati o dei militari uccisi, feriti o scomparsi in circostanze non chiarite (Reuters fornisce un elenco simile degli episodi che hanno colpito il programma iraniano):
– Alireza Asgari, ex viceministro della difesa molto vicino ad Ahmadinejad, scomparve dal suo albergo nel 2006 durante una visita in Turchia. Voci non confermate dissero che avesse disertato e che fosse in contatto con agenzie dei servizi segreti stranieri;
– Ardeshir Hossein-Pour, scienziato che lavorava in un altro dei principali impianti di trattamento dell’uranio del paese (quello di Isfahan), morì nel 2007, a 44 anni, e le autorità annunciarono che la morte era stata causata da “soffocamento da gas”;
– Massud Ali Mohammadi, professore di fisica e di energia nucleare in un’università di Teheran, venne ucciso da una bomba fuori da casa sua nel gennaio del 2010;
– Shahram Amiri, un fisico dell’impianto di Natanz, scomparve a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, mentre partecipava a un pellegrinaggio alla Mecca, nel maggio 2009. Fu al centro di una vicenda mai chiarita del tutto che lo vide ricomparire negli Stati Uniti e ritornare in Iran nel luglio 2010. Venne accolto come un eroe e raccontò di non aver ceduto alle offerte per rivelare i dettagli del programma nucleare del paese, ma da allora scomparve di nuovo;
– Majid Shahriari, della facoltà di ingegneria nucleare all’università Shahid Beheshti di Teheran, venne ucciso il 29 novembre 2010 in circostanze molto simili a quelle di Roshan, lo scienziato ucciso oggi;
– Fereydun Abbasi, professore dell’università Shahid Besheshti di Teheran, venne ferito in un attentato lo stesso giorno di Shahriari, tre mesi prima di diventare capo dell’Organizzazione Iraniana per l’Energia Atomica, carica che mantiene tuttora;
– Dariush Rezaei-Nejad, uno studente di elettronica che in seguito venne sospettato di essere coinvolto nel programma nucleare iraniano, venne ucciso a Teheran nel luglio 2011;
– il generale Hassan Tehrani Moghaddam, capo del programma missilistico iraniano, venne ucciso in un’esplosione in una base militare fuori da Teheran, il 12 novembre 2011.
Il programma iraniano risale a parecchio tempo fa: nei primi anni Cinquanta, dopo che lo shah Mohammad Reza Pahlavi prese il potere con un colpo di stato e con l’aiuto degli Stati Uniti, venne avviato un programma nucleare con il sostegno statunitense. Dopo la rivoluzione iraniana del 1979, l’aiuto occidentale finì e il programma subì diverse interruzioni e sospensioni, ma negli ultimi anni è ripreso ed ha causato polemiche tra il governo iraniano e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che a novembre 2011 ha rilasciato un rapporto molto duro sulle ambizioni nucleari dell’Iran. Nel settembre 2011 l’Iran ha inaugurato il suo primo reattore nucleare, costruito con l’aiuto dell’ente governativo RosAtom, quello di Bushehr I. In base agli accordi internazionali, l’Iran non potrebbe portare avanti in quanto firmataria, fin dal 1968, del Trattato di Non Proliferazione nucleare (a differenza di Israele, Pakistan e India). La firma del trattato pone l’Iran sotto il controllo dell’AIEA.
foto: AP Photo/IIPA, Sajjad Safari