• Italia
  • Martedì 10 gennaio 2012

Le liberalizzazioni tra 10 giorni

Il governo farà un decreto legge, dice Catricalà, e si comincia a capire qualcosa di quello che conterrà su taxi, farmacie, energia, poste, ferrovie

Italian Premier Mario Monti gestures as he speaks during the Italian State RAI TV program "Che Tempo che Fa", in Milan, Italy, Sunday, Jan. 8, 2012. No European nation is strong enough to ride out the continent's debt crisis alone, Italy's new premier insisted Saturday, urging fellow EU members to develop a common growth policy. Monti will meet with German Chancellor Angela Merkel in Berlin on Wednesday and at a major European summit in Brussels at the end of the month. (AP Photo/Luca Bruno)
Italian Premier Mario Monti gestures as he speaks during the Italian State RAI TV program "Che Tempo che Fa", in Milan, Italy, Sunday, Jan. 8, 2012. No European nation is strong enough to ride out the continent's debt crisis alone, Italy's new premier insisted Saturday, urging fellow EU members to develop a common growth policy. Monti will meet with German Chancellor Angela Merkel in Berlin on Wednesday and at a major European summit in Brussels at the end of the month. (AP Photo/Luca Bruno)

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha finalmente ufficializzato l’agenda del governo relativamente alla cosiddetta “fase due”, come viene giornalisticamente definita l’attività dedicata alle liberalizzazioni e alla crescita economica. Confermando quanto circolava già da qualche giorno, ieri Catricalà ha detto a Porta a Porta che il governo ha intenzione di approvare «un provvedimento di urgenza» entro il 20 gennaio, «per portarlo il 23 in Europa» (al Consiglio Europeo).

Catricalà ha aggiunto: «Il documento che io e Monti stiamo assemblando riguarda tutti i settori, dall’energia ai trasporti fino ai servizi bancari. Non solo taxi e farmacie. Limitare l’intervento solo a questi sarebbe assurdo». Sulle farmacie, comunque, il decreto ne prevederebbe «molte di più: si tratta di consentire ai cittadini di avere i giusti sconti». Sui notai «è previsto un aumento della pianta organica particolarmente rilevante». Sull’acqua, dice Catricalà, «il referendum ci impedisce un intervento diretto con le stesse modalità, ma pensiamo di fare delle modifiche». Sulle ferrovie «ci sono strutture e situazioni che avvantaggiano il monopolista pubblico». Insomma, il governo si impegna a fare un decreto che riguardi fin dall’inizio un vasto numero di settori (e che sull’acqua non contraddica l’esito del referendum).

L’unico modo per sapere con certezza che cosa conterrà il decreto è aspettarlo, ma qualcosa si può già apprendere attraverso due canali. Il primo sono le anticipazioni dei quotidiani, certamente da prendere con le molle, ma che aiutano a individuare generalmente gli ambiti della discussione. Riguardo le farmacie, come abbiamo detto, si torna a parlare di liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli vendibili dietro ricetta ma a carico del paziente, e di rimozione degli ostacoli all’apertura di nuove farmacie. Sui taxi – che ieri hanno già ripreso a protestare, preventivamente – per aumentare il numero di licenze in circolazione si potrebbe attuare una proposta in circolazione da un po’ e presentata in Parlamento dal deputato Vernetti (API) in collaborazione con l’Istituto Bruno Leoni: offrire una licenza gratis ai tassisti, così da rivenderla o assumere qualcuno perché la utilizzi. Così il numero delle licenze raddoppierebbe istantaneamente e i tassisti non subirebbero la perdita di valore della propria licenza, acquistata a caro prezzo. Si prevede poi un intervento sulla rete distributiva della benzina, anche visti i rincari delle ultime settimane. I benzinai «dovranno avere la possibilità di vendere altri beni di consumo», ha detto Catricalà, e si prevedono misure volte a incentivare le aggregazioni fra piccoli distributori (e permettere loro di vendere benzina di più aziende petrolifere, le cosiddette pompe multimarca).

Il secondo canale attraverso il quale è possibile sapere qualcosa in più delle liberalizzazioni è andare a vedere il contenuto del documento diffuso qualche giorno fa dall’autorità antitrust. Il governo, infatti, ha intenzione di usarlo come bussola, scrive il Corriere della Sera, così da presentare il decreto come “provvedimento tecnico”. In quel documento si parlava della necessità di risolvere 44 ostacoli alla libera concorrenza, in molti settori: tra questi i servizi postali, con la separazione tra Poste e Bancoposta, e il servizio pubblico locale, con l’apertura ai capitali privati e le gare obbligatorie per l’affidamento delle concessioni. Si parla poi di una misura volta a favorire la nascita di piccole società a responsabilità limitata (s.r.l.) da parte dei giovani: oggi servono almeno 10.000 euro, si punta a ridurre questa cifra a 500 euro. Quello che dovrebbe mancare nel decreto, sempre stando alle dichiarazioni di Catricalà, è la separazione tra ENI e SNAM, cioè tra società produttrice di gas e società che possiede la rete su cui viene distribuito il gas. «Sul gas esistono tanti altri rimedi che consentono alle imprese energivore di pagare meno il gas», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

foto: AP Photo/Luca Bruno