Le statue di Mayawati
La commissione elettorale dell'Uttar Pradesh ha imposto la par condicio su tutte le statue autocelebrative (elefanti compresi) fatte costruire dalla popolare e discussa primo ministro: dovranno essere nascoste fino alle elezioni
La primo ministro dello stato dell’Uttar Pradesh, Mayawati, è uno dei personaggi più discussi e seguiti della vivace scena politica indiana. Gode di uno straordinario consenso tra le classi sociali inferiori e in particolare tra i Dalit (quelli che chiamiamo paria, o intoccabili, nel sistema delle caste) per aver preso le più forti iniziative per i loro diritti e per l’uguaglianza in un paese in cui le discriminazioni sociali – soprattutto nelle campagne – sono ancora fortissime. Il suo partito, il Bahujan Samaj, li rappresenta dal 1984 ed è il quarto partito in India.
Mayawati – al suo quarto mandato non successivo, 56 anni in questi giorni – è amata per le sue battaglie in difesa dei discriminati, ma criticata dai suoi nemici e anche da molti osservatori obiettivi per i sospetti di disonestà e interesse personale che in India invadono la politica in ogni partito e sono oggetto di continue accuse e scandali (e anche Mayawati è stata oggetto di inchieste): alcuni documenti di Wikileaks riferirono storie di jet privati mandati a Delhi per comprarle dei sandali. Oggi è il primo ministro più ricco dell’India e il suo sistema di potere in Uttar Pradesh è estesissimo, e l’occasione delle accuse maggiori è stata la costruzione di una serie di statue dedicate a se stessa e al proprio partito, oltre che di personaggi storici e mitologici legati ai Dalit.
Proprio sulle statue si è aperta una nuova questione caso nel corso della campagna elettorale per il rinnovo del parlamento dell’Uttar Pradesh, per cui si voterà a febbraio in successivi turni. La commissione elettorale ha infatti ordinato domenica di coprire e nascondere durante questo periodo ogni statua che raffiguri Mayawati o l’elefante, simbolo del suo partito (e ce ne sono a centinaia): opera che andrà compiuta entro mercoledì a spese delle amministrazioni che hanno costruito i monumenti (già sotto accusa per le spese sostenute in quel frangente).