Dalla A di anfiteatro alla Z di zie
Giuliano da Empoli ha lasciato la carica da assessore alla Cultura di Firenze con un bilancio semiserio sulle cose fatte per la città
Oggi Giuliano da Empoli ha confermato le proprie dimissioni da assessore alla Cultura del comune di Firenze. Da Empoli si occuperà del progetto “Big Bang” avviato dal sindaco della città, Matteo Renzi, che ha assunto la delega alla Cultura per un anno. L’ex assessore ha ricoperto il proprio incarico dall’estate del 2009 e sul sito del Comune ha pubblicato un bilancio semiserio, dalla A di “anfiteatro” alla Z di “zie”, sulla propria esperienza e sulle cose fatte per Firenze.
a come Anfiteatro. Dopo dieci anni di chiusura, lo storico anfiteatro delle Cascine ha riaperto in via sperimentale nell’estate 2010, è stato completamente ristrutturato l’anno scorso, per poi diventare uno dei poli dell’estate 2011.
b come Barcamp. Il barcamp non è stato una trovata di marketing, bensì il segnale di un’apertura a chiunque avesse idee e iniziative da proporre, non solo ai professionisti dei contributi culturali. Da questa filosofia sono scaturiti nuovi protagonisti e nuove iniziative che hanno contribuito a rinnovare la vita culturale della città.
c come Capodanno. I grandi eventi non sono incompatibili con la vitalità culturale dal basso. Dal 2010, le cinque piazze del capodanno sono diventate una nuova, grande tradizione fiorentina.
d come Diplomazia culturale. Firenze ha un ruolo da giocare nel mondo post-atlantico. La prima edizione di BRIC, il festival dedicato alla cultura contemporanea dei paesi emergenti; il Festival au Désert e il Middle East Festival entrambi giunti alla seconda edizione; lo sbarco del NICE in 18 città russe e, dal 2012, in Cina; le guide di Palazzo Strozzi in russo e in cinese; le iniziative sull’Iran e sulla primavera araba organizzate alle Murate; le tournée del Maggio in Russia e in Estremo Oriente: sono tutti sintomi di un’identità che esce dai tradizionali confini europei e nord-americani per proiettarsi nella realtà globale del XXI secolo.
e come Estate. Il grande successo dell’estate 2011, sotto la direzione di Riccardo Ventrella, ha dimostrato che la vita culturale ha più bisogno di idee che di soldi. Il cinema in cuffia alle Murate, la rassegna consacrata a Tondelli, i castelli di sabbia in riva all’Arno hanno tenuto viva la città anche durante la tradizionale pausa di agosto.
f come Festival degli scrittori. Della letteratura fiorentina fanno parte anche Dostojevski che ha scritto qui buona parte dell’Idiota e Madame Bovary, la cui prima edizione è stata pubblicata a Firenze per sfuggire alla censura inglese. Questa vocazione internazionale è stata ripresa dal Festival degli scrittori – Città di Firenze che, in sole due edizioni, ha portato a Firenze personaggi del calibro di Zadie Smith, Michael Cunningham, Alberto Manguel e moltissimi altri.
g come Grande Palazzo Vecchio. In poco più di due anni, Palazzo Vecchio si è trasformato da bunker a laboratorio della città che cambia. E’ l’inizio di un percorso che condurrà entro il 2014 al raddoppio della superficie museale e alla creazione di un vero e proprio Museo della Città, dalle fondamenta romane agli abiti di Emilio Pucci.
h come Hirst. Dopo tante sterili polemiche, i numeri parlano chiaro: “For the Love of God” a cura di Francesco Bonami è stata la mostra più visitata del 2011 e in assoluto la mostra di arte contemporanea con bigliettazione autonoma più visitata a Firenze degli ultimi dieci anni. Non male per un evento realizzato a costo zero che ha acceso i riflettori su un angolo nascosto di Palazzo Vecchio inserendosi in un programma di produzione contemporanea a partire da capolavori del passato che ha coinvolto anche Michelangelo Pistoletto, Hans-Ulrich Obrist e Urs Fisher.
i come intercapedine. Sotto l’affresco del Vasari c’è un’intercapedine, e dietro di quella un mistero che dura da cinque secoli. Grazie al National Geographic e all’Opificio delle Pietre Dure, il professor Maurizio Seracini sta finalmente per risolverlo.
j come Johann Sebastian Bach. Nel marzo del 2012 il giovane virtuoso del pianoforte Ramin Bahrami chiamerà a raccolta gli amici della pagina facebook di J.S. Bach per una prima maratona musicale di 24 ore nel Salone dei Cinquecento: Facebach!
k come Kennedy. Su invito del Comune, la Robert Kennedy Foundation ha trasferito la sua sede europea nel complesso delle Murate nell’ottobre 2011, dando vita a un polo per la ricerca e la divulgazione dei diritti umani unico in Italia.
l come Leopoldine. Il cantiere di piazza S.M. Novella è quasi ultimato. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2013 Firenze avrà un Museo del Novecento degno di questo nome.
m come Murate. Da prigione a luogo di libertà, con le attività indisciplinate del SUC – Spazi Urbani Contemporanei, i dibattiti del Caffè Letterario, le botteghe creative e il cantiere della prima residenza per Smart Dissidents al mondo.
n come Notte Bianca. Non solo un nuovo appuntamento, il 30 aprile di ogni anno, ma soprattutto una filosofia: quella di riempire la notte di cultura. Ad esempio tenendo aperti tutti i giorni fino a mezzanotte il museo di Palazzo Vecchio, la biblioteca delle Oblate e il Suc alle Murate.
o come Opera. Il nuovo teatro inaugurato il 21 dicembre è la sfida più grande dei prossimi anni: per il Maggio Musicale in piena trasformazione e per la cultura della città nel suo insieme.
p come Pergola. A Roma e a Milano, la liquidazione dell’ETI ha condotto alla chiusura dei teatri di proprietà dell’ente statale. A Firenze, la costituzione di una fondazione promossa dal Comune ha salvato e rilanciato il più antico e prestigioso teatro della città.
q come qualità. Non si tratta solo di promuovere iniziative. Bisogna anche bloccare quelle che non sono all’altezza dell’eccellenza culturale che la città di Firenze deve esprimere in ogni momento.
r come Radiohead. Ma si potrebbe anche dire r come Ritorno dei grandi concerti nell’estate 2012, grazie a un inedito lavoro di programmazione e di raccordo con gli operatori del settore.
s come Strozzi. Con le grandi mostre dedicate al Bronzino, ai “Giovani Arrabbiati” e a “Denaro e Bellezza”, Palazzo Strozzi è diventato uno dei principali poli espositivi italiani, come dimostra un’impressionante rassegna stampa globale. La programmazione contemporanea della Strozzina, l’istituzione della Fondazione Palazzo Strozzi USA, le numerose attività legate alla divulgazione e alla formazione completano l’offerta di una partnership pubblico-privato che è diventata un modello a livello internazionale.
t come Tablet. Terminata la scultura del Mosè, Michelangelo gli si rivolge chiedendogli “perché non parli”. Ora, nel Salone dei Cinquecento, parlano i capolavori non solo di Michelangelo, ma anche di Vasari e di Giambologna, grazie alla nuova guida multimediale che entro Pasqua di quest’anno sarà estesa all’intero museo di Palazzo Vecchio.
u come Unico. Erano trent’anni che gli amanti di Firenze aspettavano un biglietto unico per entrare in tutti i musei della città. Dall’inizio del 2011, per iniziativa del Comune, la Florence Card c’è, costa 50 euro e dà accesso a 50 musei e a tutti i trasporti pubblici per 72 ore.
v come Vespucci. Il 2012 sarà l’anno di Amerigo Vespucci, con la riapertura del Forte Belvedere in collaborazione con Stanford e New York University. Perché non si tratta tanto di celebrare un anniversario, quanto di riportare a Firenze lo spirito delle grandi scoperte.
w come Wyatt. Perché lo spazio pubblico, a Firenze, è la risorsa più preziosa e non può essere gestito con criteri casuali. Di qui l’istituzione di una commissione di esperti incaricata di esprimere un giudizio qualificato sui progetti di arte pubblica.
x come X3 (che in realtà si scrive EX3, ma la e era già occupata…). In due anni di attività, il centro di arte contemporanea di viale Giannotti è diventato un punto di riferimento ben al di là dei confini della città.
y come generazione Y, quella dei nativi digitali. Per loro la cultura fiorentina era un territorio ostile: l’Assessorato alla Cultura non aveva neppure un sito internet. Oggi siamo sul web e su facebook, ma soprattutto abbiamo cercato di costruire un’offerta culturale tagliata su misura per loro.
z come zie. Che forse è un po’ esagerato, ma è sempre meglio di zzz, il lungo sonno della cultura fiorentina che questo alfabeto ha contribuito a interrompere.