Il dibattito in New Hampshire
Per Romney è stato una passeggiata, mentre gli altri candidati si azzuffavano tra loro: con due battute Paul ha fulminato sia Gingrich che Santorum
I sei candidati rimasti in gioco alle primarie repubblicane si sono sfidati ieri sera – stanotte in Italia – in un dibattito televisivo in New Hampshire, a due giorni dal voto del 10 gennaio. Mitt Romney in New Hampshire non dovrebbe avere rivali (i sondaggi gli danno un vantaggio di oltre venti punti sul secondo, Ron Paul) e questa netta superiorità si è riflessa sull’andamento del dibattito di ieri sera: al contrario di quello che fanno abitualmente nei loro comizi, infatti, gli altri candidati hanno evitato di attaccare frontalmente Romney, preferendo combattere tra loro per il secondo posto dietro di lui. E lo stesso Romney ha detto di «non voler criticare le persone su questo palco».
Ron Paul ha accusato a lungo Rick Santorum di aver guadagnato parecchi soldi facendo il lobbista dopo la fine del suo mandato da senatore in Pennsylvania, accusa speculare a quella rivolta a Gingrich nelle scorse settimane. Discutendo della spesa pubblica, Santorum ha detto di essere “un conservatore” e non “un libertario” come Paul. «Io credo in un qualche ruolo del governo». Paul lo ha ascoltato pazientemente per poi fulminarlo: «Sì, tu sapresti come spendere bene i soldi del governo, certo: la differenza è che io non li spenderei e basta». A un certo punto, mentre Paul parlava, il microfono ha fatto dei fischi. Santorum ne ha approfittato per una battuta: «Ti ha beccato, non stavi dicendo la verità».
(La guida del Post alle primarie repubblicane)
Lo scontro più forte tra candidati non ha coinvolto Santorum bensì Ron Paul e Newt Gingrich. Si parlava di servizio militare. Paul ha fatto esplicito riferimento a Gingrich criticando i politici «ansiosi di mandare in guerra l’esercito americano» in giro per il mondo ma che poi, quando erano giovani, si sono sfilati dal servizio militare. Gingrich ha risposto ricordando che non possedeva i requisiti per andare in guerra, visto che era sposato e con un figlio. Paul lo ha liquidato così: «Quando è toccato a me, ero sposato e avevo due figli. E sono andato».
Jon Huntsman, che in New Hampshire si gioca tutta la sua candidatura, è rimasto ai margini della discussione: ha rinunciato a criticare i suoi avversari e ha parlato soprattutto dei posti di lavoro creati quando faceva il governatore dello Utah. Discutendo dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, poi, ha detto una frase in mandarino, che ha suscitato qualche risatina. Rick Perry si è fatto notare per un’affermazione riguardante la politica estera e in particolare l’Iraq, sostenendo che il ritiro delle truppe sta mettendo in pericolo quanto gli Stati Uniti hanno ottenuto «al prezzo di sangue e soldi» e che quindi, se fosse presidente, rimanderebbe sul posto i soldati americani.
Il sito di news Politico trae alcune conclusioni da questo dibattito: Mitt Romney rimane in posizione di gran forza, quasi non è stato toccato dai suoi avversari; Ron Paul è il suo migliore alleato, visto come si sta dedicando a demolire gli altri candidati usando l’argomento della purezza ideologica; Rick Santorum non ha approfittato adeguatamente del suo improvviso momento di visibilità e forza; Newt Gingrich ha ancora qualche buon colpo, e i dibattiti sono il suo forte; nessun candidato repubblicano ha ancora deciso di ricoprire con decisione il ruolo dell’anti-Romney, attaccandolo frontalmente e con continuità.
(Chi sono gli sfidanti di Obama)
A due giorni dal voto, comunque, c’è ancora tempo e spazio per far cambiare qualcosa. Basti pensare, per esempio, che domenica mattina i candidati repubblicani si sfideranno per l’ennesima volta, stavolta in un confronto televisivo organizzato da NBC News e Facebook. «Perché fermarci? Perché non facciamo tutta una tirata?», ha detto ieri ironicamente Romney a questo proposito. Il sito di news Talking Points Memo ha preparato un video che riassume in 100 secondi i momenti salienti del dibattito di ieri sera.
foto: Win McNamee/Getty Images