Chi è Yair Lapid
Giornalista televisivo, è una delle persone più famose di Israele: oggi ha lasciato il suo talk show per fare politica e secondo i sondaggi potrebbe avere grande successo
Il popolare giornalista televisivo israeliano Yair Lapid ha annunciato oggi di aver abbandonato la direzione del suo seguito talk show del venerdì sera, “Ulpan Shishi”, che conduceva da quattro anni su Arutz 2 (“Canale 2”), per entrare nell'”ambito pubblico”, secondo quanto ha affermato la stessa rete televisiva. La mossa era attesa da tempo e anticipa quasi certamente un impegno politico diretto di Lapid, che dovrebbe concorrere alle prossime elezioni politiche, in programma per la fine del 2013.
Yair Lapid è uno dei personaggi pubblici più famosi di Israele. Ha recitato in due film israeliani di successo, ha scritto canzoni, tiene una rubrica fissa sul supplemento settimanale del quotidiano più letto di Israele (lo Yediot Ahronot) in cui parla della sua famiglia e della vita matrimoniale, ha fatto il testimonial pubblicitario. Ha scritto diversi libri (gialli, romanzi e libri per bambini) ed è un pugile dilettante.
Il suo impegno politico potrebbe cambiare molto il panorama politico israeliano. Secondo i sondaggi Lapid avrebbe successo in particolare nell’elettorato centrista, che apprezza l’immagine di uomo laico, moderato e di buon senso che traspare dai suoi articoli e dalle sue trasmissioni. Come scrive Associated Press, le posizioni politiche di Lapid non sono chiare, ma il partito che ha più da perdere dall’ingresso in politica di Lapid è probabilmente il centrista Kadima, il partito di Ariel Sharon nato nel 2005 e formato da politici fuoriusciti dal Likud di centrodestra e dal partito laburista, socialdemocratico (i laburisti infatti si sono affrettati a marcare le distanze tra le proprie visioni politiche e quelle di Lapid).
Gli analisti considerano difficile che Lapid, nel mutevole e incostante panorama partitico israeliano, si accontenti di candidarsi all’interno di uno dei partiti esistenti. Se si votasse tra poco, un eventuale nuovo partito guidato da Lapid otterrebbe secondo i sondaggi tra i 15 e i 20 seggi alla Knesset, il parlamento unicamerale israeliano, e diventerebbe il secondo partito dietro al Likud, attualmente al governo. Se Lapid si alleasse con i partiti di centro e di centrosinistra che attualmente formano l’opposizione, l’alleanza avrebbe probabilmente la maggioranza della Knesset.
Le voci dell’ingresso in politica di Lapid risalgono alle elezioni politiche del 2009 e l’ex conduttore le ha sempre smentite, anche se negli ultimi mesi un suo impegno diretto era dato per certo da molti. Il 22 giugno 2011 la moglie di Silvan Shalom, ex ministro degli esteri, scrisse su Twitter di augurare “mazel tov [la tradizionale formula benaugurante in ebraico] a Yair Lapid, che ha sicuramente deciso di entrare in politica e che lascerà a breve il mondo dei media”. Seguì una replica stizzita di Lapid alla signora Mozes, che appartiene alla famiglia proprietaria dello Yediot Aharonot, su cui scrive.
Alcuni critici di Lapid lo hanno accusato di usare il suo programma televisivo per promuovere le sue idee politiche: poco tempo fa ha mostrato la storia di una bambina di 8 anni che era stata attaccata e insultata da estremisti religiosi ultraortodossi ebraici, gli haredim, tornati recentemente al centro delle cronache in Israele per i loro atteggiamenti discriminatori e integralisti.
Yair Lapid condivide l’avversione ai religiosi ebrei ultraortodossi e il passaggio dal giornalismo alla politica con suo padre, Joseph “Tommy” Lapid, che fu giornalista televisivo e sulla carta stampata (in particolare per un altro celebre quotidiano israeliano, Maariv) prima di entrare in politica e di diventare capo dell’ora scomparso partito di centro Shinui, con cui è stato anche ministro della Giustizia. Tommy Lapid è morto nel 2008.
L’ingresso in politica di Lapid sembra comunque preoccupare anche la maggioranza di governo, dato che da diverso tempo è in discussione al parlamento israeliano una proposta di legge molto criticata che sembra avere come unico scopo quello di ostacolare l’impegno politico diretto dell’ex conduttore televisivo. La legge ha ripreso recentemente l’iter parlamentare e potrebbe essere approvata entro il prossimo mese. In passato, Lapid ne ha parlato come di “una legge disgraziata e antidemocratica”. Nel giugno 2010 la Knesset la approvò in prima lettura, e stabiliva che i giornalisti dovessero aspettare alcuni mesi (da sei a un anno) prima di poter essere eletti a cariche pubbliche, dalla fine dell’esercizio della loro professione.
foto: AP Photo/Miriam Alster/Flash90