Qual è la questione con Carla Bruni
Più di due milioni di euro sarebbero stati stornati illegalmente da un fondo anti-Aids ad attività filantropiche della signora Sarkozy, sostiene il settimanale francese Marianne
A cento giorni dalle elezioni presidenziali francesi, la moglie del presidente in carica Sarkozy, Carla Bruni, è finita sotto accusa per aver «ottenuto fondi illeciti» per attività benefiche. Frédéric Martel, un 44enne giornalista considerato di sinistra dalla stampa francese, ha pubblicato un’ampia inchiesta sul settimanale Marianne in edicola oggi. Martel dice sostanzialmente che circa 2,8 milioni di dollari (2,2 milioni di euro) del “Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria”, detto anche “Global Fund”, istituito nel 2002 proprio su iniziativa francese, siano stati diretti illegalmente alla moglie del presidente in carica Nicolas Sarkozy «aggirando qualsiasi regolare procedura». Fondi che poi sarebbero stati versati «a favore di attività filantropiche di Carla Bruni-Sarkozy e di alcune società di uno dei suoi amici intimi». Tra queste, ci sarebbe anche la Fondazione contro l’analfabetismo creata nel 2009 da Carla Bruni, già ambasciatrice dell’Onu per la lotta contro l’Aids.
“Uno dei suoi amici intimi”, che avrebbe partecipato alla gestione di questi fondi neri, sarebbe Julien Civange, artista, musicista, ma soprattutto testimone delle nozze presidenziali tra Sarkozy e Bruni e creatore del sito CarlaBruniSarkozy.org. Sarebbe stato proprio Civange, secondo la ricostruzione di Martel, il tramite di Bruni per convincere il direttore del Global Fund, Michel Kazatchkine, a concedere il denaro alle fondazioni della signora Sarkozy, senza una gara di appalto.
Il segretario di Stato Hillary Clinton, sempre secondo la ricostruzione di Martel, dopo aver ottenuto l’allontanamento del rappresentante francese presso il consiglio di amministrazione del Fondo, il professore Patrice Debré, avrebbe chiesto le dimissioni immediate anche di Kazatchkine, minacciando di non sovvenzionare più il Fondo anti-Aids, che è finanziato principalmente da Stati Uniti e Francia (mentre l’Italia è recentemente uscita dal suo consiglio di amministrazione per il mancato versamento dei 160 milioni di euro promessi tra 2009 e 2010). Su questo punto, però, Sarkozy avrebbe raggiunto un accordo con gli Stati Uniti per mantenere Kazatchkine al suo posto fino a scadenza del suo mandato (maggio 2012), ossia subito dopo le elezioni presidenziali.
Il trasferimento dei fondi neri sarebbe avvenuto, secondo Martel, in un contesto decisamente poco edificante per il Global Fund, che negli ultimi tempi avrebbe perso le tracce di 34 milioni di dollari di sovvenzioni tra Zambia, Mali, Mauritania e Gibuti. Proprio uno studio finanziato dal Global Fund e affidato a metà 2011 a una società di consulenza inglese indipendente avrebbe portato alla luce la malversazione di questi fondi, tra cui quelli apparentemente destinati alle fondazioni di Bruni, che ha respinto con fermezza ogni accusa proprio sul sito CarlaBruniSarkozy.org. Da parte sua, il Fondo ha tuttavia ammesso che un aiuto di 2,2 milioni di dollari (ossia circa 1,7 milioni di euro), e non 2,8 come sostiene Martel, è stato effettivamente versato a Civange nel 2010, ma «rispettando tutte le procedure» e «non versando nemmeno un centesimo alla fondazione di Carla Bruni-Sarkozy». Il denaro a cui si fa riferimento è quello delle sovvenzioni per la campagna di sensibilizzazione sulla trasmissione del virus HIV da madre a bambino “Born HIV Free”, che secondo il Global Fund avrebbe fruttato circa 20,4 milioni di dollari in donazioni tra campagne pubblicitarie e manifestazioni a tema.
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