La spedizione verso Nome, Alaska
Una petroliera e una rompighiaccio stanno cercando di portare scorte di carburante a Nome, intrappolata dal ghiaccio: la storia e le foto
Aggiornamento, 15 gennaio 2012 – La petroliera russa Renda ha raggiunto ieri sera il porto di Nome, Alaska, dopo un viaggio di circa 500 km e con l’aiuto della nave rompighiaccio Healy della Guardia Costiera statunitense. Sono iniziate le operazioni di scarico del carburante, che dovranno procedere con molta lentezza a causa dello strato di ghiaccio che blocca il porto.
(Le foto della petroliera Renda, in Alaska: le spettacolari immagini della spedizione, dal Mare di Bering)
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Nome è una cittadina di circa 3.600 abitanti nell’Alaska occidentale. Per lunghi mesi il suo porto rimane bloccato dal ghiaccio (la temperatura media a febbraio è di circa 15 gradi sotto zero). Una spedizione via mare sta cercando di raggiungere la cittadina con un carico di carburante, dopo l’annullamento di una delle ultime spedizioni marittime prima dell’inverno, a causa di una tempesta. Una petroliera russa, la Renda, sta attraversando con difficoltà lo spesso strato di ghiaccio artico, lungo circa 500 km, con l’aiuto di una rompighiaccio della Guardia Costiera statunitense, la Healy.
In mancanza della consegna, le scorte di carburante (essenziale per il riscaldamento) dovrebbero finire prima che la primavera permetta di raggiungere nuovamente Nome via mare. Se la missione della Renda avrà successo (l’arrivo è previsto per domenica o lunedì prossimi) si tratterebbe della prima volta in cui una petroliera riesce a raggiungere una località dell’Alaska durante l’inverno, tanto che alcuni funzionari governativi statunitensi coinvolti nell’operazione la chiamano “storica”.
A novembre, una tempesta che si è prolungata per diversi giorni ha reso impossibile l’arrivo a Nome dell’ultimo carico di benzina e diesel necessarie per il riscaldamento delle case e degli uffici pubblici durante l’inverno. Quando il tempo è migliorato, il mare davanti a Nome era già completamente ghiacciato. Gli abitanti hanno stimato di avere a disposizione carburante per il riscaldamento domestico fino a marzo, quando la temperatura è di solito ancora sotto lo zero. La benzina sarebbe dovuta finire all’inizio di febbraio, e il carburante per riscaldare la stazione di polizia è finito negli ultimi giorni dell’anno ed è dovuto essere fornito da altre riserve presenti nella cittadina.
L’unico metodo usato fino ad ora abitualmente per raggiungere le località dell’Alaska occidentale, estremamente isolate e difficilmente raggiungibili via terra, è tramite l’aereo, ma il metodo è molto lungo e costoso. Per rifornire le scorte di Nome sarebbero stati necessari 300 o 400 voli, dato che il carico massimo è inferiore ai 20.000 litri, e il prezzo sarebbe stato più alto del solito di almeno la metà. L’organizzazione dei nativi americani di Nome, la Sitnasuak Native Corporation, si è accordata allora con una società di spedizioni dell’Alaska, la Vitus Marine LLC, che ha noleggiato la petroliera russa Renda per portare il carburante.
La spedizione aveva problemi legali e organizzativi. La Renda è partita dalla Russia a metà dicembre, ha caricato circa 4 milioni di litri di carburante in Corea del Sud e si è diretta verso la Dutch Harbor, nell’Alaska sudoccidentale, dove ha fatto tappa prima di dirigersi a nord insieme alla rompighiaccio della Guardia Costiera statunitense, che ha un equipaggio di 80 uomini. È stato necessario chiedere una dispensa dalla legge che proibisce a una nave non registrata negli Stati Uniti di portare merci tra due porti statunitensi, e si è dovuto fare appello a una legge che risale ai tempi di Roosevelt per permettere a un mezzo della Guardia Costiera di scortare un’attività commerciale. La Healy, inoltre, è attualmente l’unica nave rompighiaccio funzionante dell’intera Guardia Costiera americana (altre due sono in riparazione): la vicenda di Nome ha aiutato anche a sottolineare, come ha fatto la CNN, la scarsità di rompighiaccio a disposizione del governo americano.
La cittadina moderna di Nome è stata fondata durante la Corsa dell’oro in Alaska, nel 1898, da tre cercatori d’oro (chiamati “I tre svedesi fortunati”, anche se solo due erano di origini svedesi e uno era norvegese). La grande miniera d’oro che si sviluppò vicino a Nome fece crescere la popolazione fino a 10.000 abitanti, facendone per alcuni decenni il centro più popoloso dell’Alaska. Il celebre film natalizio “Balto” è ambientato a Nome.