Oggi si vota in Egitto (di nuovo)
Si tiene il terzo e ultimo turno delle elezioni parlamentari iniziate un mese fa: votano la metà degli elettori, sapendo già come sono finiti i primi due turni
Oggi in Egitto è iniziata la terza e ultima fase delle elezioni per la Camera bassa del Parlamento. L’operazione interessa nove province del paese, che comprendono anche parti del Delta del Nilo dove vive circa la metà degli 80 milioni di abitanti dell’Egitto. I seggi saranno aperti oggi e domani per consentire ai 15 milioni di egiziani che non hanno ancora votato di esprimere la loro preferenza. Si tratta delle prime elezioni democratiche nel paese da circa 60 anni.
Nei tre turni sono stati complessivamente chiamati alle urne 50 milioni di egiziani: il loro voto servirà per creare il primo Parlamento dopo la fine del regime di Mubarak, che avrà il compito di scrivere una nuova Costituzione entro la fine di quest’anno. La legge elettorale è basata su un sistema misto maggioritario – proporzionale, con l’assegnazione di un terzo dei seggi ai candidati indipendenti. Il paese è stato suddiviso in 189 collegi elettorali: ce ne sono 129 per l’Assemblea del Popolo, la Camera bassa con 498 seggi, e altri 60 per il Consiglio della Shura, la Camera alta con 270 seggi.
Per evitare eccessive confusioni e avere un minimo di controllo sulle procedure, si è deciso di organizzare le elezioni su tre diversi turni. A fine novembre si è votato al Cairo, Alessandria, Luxor e a Porto Said, mentre a metà dicembre è stato il turno degli elettori nelle aree che comprendono Suez, Assuan e Ismaylia. La tornata finale di oggi e domani interessa il Sinai e la costa mediterranea. Molti però hanno sostenuto, con qualche ragione, che questa distribuzione nel tempo del voto avesse aumentato le confusione e alterato i risultati, dato che chi va a votare oggi è già a conoscenza dei risultati parziali.
Il Consiglio supremo delle forze armate, al comando del paese dopo la fine del regime di Hosni Mubarak, fa molto affidamento sulle elezioni per dimostrare alla popolazione di essere pronto per una piena transizione democratica dell’Egitto. Alcuni gruppi di attivisti non ne sono così convinti e nei giorni scorsi ci sono stati scontri di piazza, anche violenti, tra forze dell’ordine e manifestanti che chiedevano tempi più rapidi per il passaggio di consegne a un Parlamento democraticamente eletto.
Nei primi due turni elettorali l’affluenza è stata molto alta rispetto alla media, con il 62 per cento di elettori che si sono presentati ai seggi. Al primo turno il partito Libertà e Giustizia, dei Fratelli Musulmani, ha raccolto oltre un terzo dei voti, superando i salafiti del partito al Nour e i liberal-democratici del Blocco Egiziano, al terzo posto. Nella seconda fase hanno ottenuto nuovamente più voti i Fratelli Musulmani, con oltre il 36 per cento delle preferenze, mentre al Nour ha ottenuto il 28,8 per cento. È probabile che anche in questo ultimo turno i Fratelli Musulmani ottengano un buon risultato, confermando Libertà e Giustizia come primo partito del paese.