Le pressioni del presidente tedesco sulla stampa
In Germania si continua a parlare del prestito ricevuto dal presidente Wulff in circostanze poco chiare: ora la storia si è arricchita di una telefonata minacciosa alla Bild
Lo scorso dicembre il presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wulff, intervenne personalmente per chiedere al quotidiano Bild di non pubblicare un articolo su un prestito ricevuto da un noto imprenditore tedesco in circostanze poco chiare. La storia fu ugualmente pubblicata e il caso, molto dibattuto in Germania, ha reso meno credibile Wulff ed è stato alla base di molte critiche nei suoi confronti. Stando alle ricostruzioni di alcuni giornali tedeschi pubblicate negli ultimi giorni, il presidente avrebbe provato a contattare il direttore responsabile di Bild, Kai Diekmann, il 12 dicembre 2011 al telefono per lamentarsi dell’imminente pubblicazione dell’articolo contenente le accuse contro di lui.
(Le accuse contro il presidente tedesco Wulff)
Wulff non riuscì a parlare direttamente con Diekmann, che in quel momento non era ufficio, ma riuscì comunque a lasciare un messaggio nella segreteria telefonica. Minacciò di chiudere qualsiasi tipo di relazione con il gruppo editoriale, che oltre a Bild stampa e distribuisce diversi altri giornali come Die Welt. Disse anche che se il giornale gli avesse “fatto la guerra”, si sarebbe dato da fare per organizzare un incontro dopo il suo ritorno dal viaggio istituzionale nel Golfo che si stava tenendo in quei giorni di metà dicembre. Infine, Wulff minacciò anche di fare causa ai giornalisti di Bild se la cosa fosse andata avanti. Il presidente tedesco fece successivamente una seconda telefonata, scusandosi per i toni usati nella sua precedente chiamata lasciata in segreteria.
L’articolo fu regolarmente pubblicato il 13 dicembre seguente e contribuì a far nascere lo scandalo intorno a Wulff, di cui si continua a parlare. Nel pezzo si sosteneva che il presidente tedesco non avesse detto tutta la verità sul prestito da 500mila euro ricevuto dall’imprenditore tedesco Egon Geerkens nel 2009. All’epoca Wulff non era presidente della Repubblica, ma era al governo della Bassa Sassonia. Durante una interrogazione parlamentare del 2010 gli era stato chiesto di che natura fossero i suoi rapporti con Geerkens, un caro amico di famiglia, e se vi potessero essere particolari conflitti d’interessi. Wulff escluse questa possibilità, ma secondo Bild mentì.
I 500mila euro furono in effetti versati a Wulff e alla moglie Bettina per l’acquisto di una casa. Nei giorni seguenti alla pubblicazione dell’articolo, il presidente dovette ammettere di non essere stato molto chiaro sulla natura del prestito e sui suoi rapporti con Geerkens. L’ammissione, seppure parziale, di responsabilità ha spinto alcuni parlamentari dell’opposizione a chiedere le dimissioni di Wulff e ha reso più diffidente l’opinione pubblica nei confronti del presidente.