Domani a Samoa non esiste
Come aveva annunciato, lo stato del Pacifico salterà il 30 dicembre per allineare il suo calendario a quello dell'Australia e della Nuova Zelanda
Il governo del piccolo stato insulare di Samoa, nell’oceano Pacifico, ha deciso che il suo calendario sarà modificato facendo scomparire il prossimo venerdì 30 dicembre, in modo da uniformarsi alla data di Nuova Zelanda, Australia e Cina. Una simile decisione dovrebbe essere adottata anche dal piccolo arcipelago di Tokelau, ufficialmente parte della Nuova Zelanda ma strettamente legato alle vicine Samoa.
La decisione era stata annunciata dal governo lo scorso aprile, quando il primo ministro Tuilaepa Sailele Malielegaoi aveva motivato il cambiamento con valutazioni in primo luogo commerciali: Tuilaepa aveva spiegato che quando a Samoa è venerdì, in Nuova Zelanda e Australia è sabato, giorno non lavorativo, e quando a Samoa è domenica, in Nuova Zelanda e Australia la settimana lavorativa è già cominciata. Con il prossimo “allineamento”, Samoa avrà recuperato due giorni lavorativi con i suoi maggiori partner commercali.
Quella del calendario non è la prima riforma che Tuilaepa decide per uniformarsi all’Australia e alla Nuova Zelanda, dove vivono circa 180 mila emigrati dalle isole Samoa (l’equivalente degli abitanti attuali dell’arcipelago): due anni fa il primo ministro decise di invertire il senso di marcia sulle strade, passando da quello a destra a quello a sinistra e uniformandosi così al modo di guidare adottato nei paesi vicini. Anche la riforma del calendario non è nuova per il piccolo stato del Pacifico: quello attuale venne adottato dall’allora re di Samoa nel 1892, che modificò di 24 ore il calendario (quella volta “replicando” il 4 luglio) per adeguarsi alla data della costa occidentale degli Stati Uniti.
foto: Tuila’epa Lupesoliai Sailele Malielegaoi, primo ministro di Samoa
AP Photo/Stephen Chernin