Anche in Israele si discute sul genocidio degli armeni
Una commissione parlamentare ha esaminato la possibilità di una giornata di commemorazione nazionale, dopo la crisi tra Francia e Turchia di pochi giorni fa
Una commissione parlamentare israeliana ha discusso oggi, per la prima volta in una seduta pubblica, la possibilità di riconoscere ufficialmente l’uccisione di massa di centinaia di migliaia di armeni nei territori dell’impero ottomano, nel 1915-1916, come un genocidio. Il dibattito è avvenuto all’interno della commissione della Knesset (il parlamento unicamerale dello stato di Israele) per l’educazione e la cultura, e riguardava la possibilità di dedicare una giornata di commemorazione nazionale dell’avvenimento. La commissione non è arrivata a una decisione e ha rimandato la discussione a data da destinarsi.
Un’eventuale riconoscimento del genocidio degli armeni da parte delle autorità israeliane sarebbe un altro duro colpo ai già deteriorati rapporti tra Israele e la Turchia, come ha sottolineato un funzionario del ministero degli esteri israeliano che ha partecipato alla discussione. Il 22 dicembre, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato una legge (che dovrà ora passare all’esame del Senato, dove iniziative simili sono già state bocciate più volte) che criminalizza chi nega o sminuisce il genocidio armeno, scatenando reazioni indignate e ritorsioni militari, diplomatiche e commerciali da parte della Turchia.
Diversi parlamentari israeliani hanno sostenuto l’iniziativa, collegando espressamente il genocidio armeno a quello della popolazione ebraica durante la Seconda guerra mondiale. Una parlamentare del partito di sinistra Meretz, riporta Haaretz, ha detto che “Israele ha l’obbligo morale e storico” di “riconoscere il genocidio del popolo armeno”, e di assicurarsi che l’evento venga insegnato nelle scuole. Fino ad ora, l’argomento era stato trattato solo in sessioni non aperte al pubblico della commissione della Knesset per gli affari esteri e la difesa, dove la proposta era stata bocciata più volte. Israele non è oggi tra la ventina di paesi (tra cui l’Italia) che riconosce ufficialmente l’uccisione degli armeni del 1915-1916 come un genocidio.
Le relazioni tra Israele e la Turchia sono peggiorate molto dall’episodio della Mavi Marmara, una nave diretta a Gaza per forzare il blocco navale imposto da Israele e attaccata dall’esercito israeliano il 31 maggio 2010: nell’attacco morirono otto cittadini turchi (e un cittadino statunitense di origine turca).
Centinaia di migliaia di armeni (le stime degli storici variano tra il minimo di 300.000 riconosciuto dalle autorità turche e il massimo di un milione e mezzo secondo quelle armene) morirono nel biennio 1915-1916, durante il crollo dell’impero ottomano. In molti casi le morti furono una diretta conseguenza dei trasferimenti forzati che le autorità e le forze armate dei turchi ottomani imposero alla popolazione armena che abitava nell’Anatolia orientale verso sud. Durante i trasferimenti la fame e le malattie uccisero migliaia e migliaia di persone.
L’edificio del parlamento israeliano a Gerusalemme.
(AP Photo/Kevin Frayer)