La Russia condannata per la crisi degli ostaggi del 2002 a Mosca
129 civili vennero uccisi nell'attacco contro i terroristi ceceni che ne avevano bloccati 850 nel teatro Dubrovka
La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, un organismo del Consiglio d’Europa, ha giudicato la Russia responsabile di gravi errori e inadeguatezze nella gestione dell’attacco terroristico del 2002 in un teatro di Mosca in cui furono uccisi 129 ostaggi, e l’ha condannata a pagare più di un milione di euro di risarcimenti a decine di querelanti.
Il 23 ottobre 2002 quasi cinquanta ribelli indipendentisti ceceni armati si impossessarono del teatro Dubrovka di Mosca prendendo 850 ostaggi e chiedendo l’indipendenza della Cecenia e la fine dell’occupazione russa. I servizi di sicurezza russi li attaccarono dopo due giorni e mezzo diffondendo un gas narcotico nel sistema di ventilazione, che però uccise molti sequestratori e molti ostaggi. Altri morirono nello scontro a fuoco.
Secondo la Corte Europea la Russia ha violato la Convenzione sui Diritti Umani con una “progettazione e attuazione inadeguata delle operazioni di soccorso” e condotto “insufficienti” indagini sull’accaduto. La Russia però è stata assolta dalle accuse di ulteriori e specifiche violazioni nell’uso della forza.