Ichino spiega la revisione dell’articolo 18
A dire la verità la spiega da anni, ma senza grandi risultati: oggi sul Sole 24 Ore
È tornato attualissimo il dibattito sull’eventuale abolizione o modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (spiegate qui) e il Sole 24 Ore ha intervistato il politico che più ne ha studiato e sostenuto la possibile revisione negli ultimi anni, Pietro Ichino del Partito Democratico.
Agli «allarmati» per una «ondata di licenziamenti» manda un messaggio: come ha già detto il presidente del Consiglio la riforma riguarderà solo i nuovi rapporti di lavoro. A quelli precedenti continua ad applicarsi la vecchia disciplina. Per il senatore Pietro Ichino, Pd, gli allarmi «non hanno senso». Per lui l’articolo 18 non è un tabù da tempo, visto che nel 2009 ha presentato una riforma (ddl 1873), dove si parla di quel «contratto unico» citato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero.
A chi si applicherebbe l’articolo 18?
A tutti i nuovi rapporti di lavoro dipendente, in materia di licenziamenti discriminatori. La norma raddoppierebbe il campo di applicazione: oggi nell’area del lavoro precario non si applica. Per i licenziamenti da motivo economico od organizzativo, invece, il controllo giudiziale sul motivo stesso verrebbe sostituito dalla responsabilizzazione dell’impresa nel passaggio del lavoratore al nuovo posto.
Che tipo di flessibilità resterebbe?
Con il termine “contratto unico” credo che il ministro abbia inteso il “diritto del lavoro unico”, per tutti i lavoratori in sostanziale dipendenza. In questo “diritto del lavoro unico” si potrà assumere un giovane come apprendista, stipulare un contratto a termine nei casi classici, come il lavoro stagionale, o le sostituzioni temporanee.
Il contratto unico sarebbe un immediato rapporto di lavoro dipendente?
Sì. Non sarebbero più necessari gli ispettori, gli avvocati e i giudici per accertare l’applicabilità del diritto del lavoro. I requisiti risulterebbero dai tabulati Inps o dell’Erario. Tutti a tempo indeterminato, a tutti le protezioni essenziali, ma nessuno inamovibile.
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