Calcio e scommesse, di nuovo
In cosa consiste la seconda fase dell'inchiesta sulle presunte partite truccate, che ha portato all'arresto di 17 persone, tra cui l'ex capitano dell'Atalanta
Questa mattina 17 persone sono state arrestate, su indicazione della procura di Cremona, in relazione a un’inchiesta su un giro di scommesse e corruzione volto a condizionare e falsare i risultati di alcune partite di calcio dei campionati professionistici italiani. Tra le persone arrestate ci sono cinque calciatori, tra cui Cristiano Doni e Luigi Sartor. Doni è l’ex capitano dell’Atalanta, è stato squalificato per tre anni e mezzo perché già coinvolto nella prima fase dell’inchiesta, occorsa la scorsa estate. Sartor non è più in attività, a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila aveva giocato con Juventus, Inter, Roma e Parma. La procura ha segnalato una serie di partite dai risultati alterati, che si aggiungono alle 38 segnalate lo scorso giugno. Tra queste ci sono Brescia-Lecce (2-2), Brescia-Bari (2-0) e Napoli-Sampdoria (4-0) della Serie A 2010-2011.
Tra le persone arrestate ci sono poi alcuni cittadini stranieri. La presunta associazione a delinquere, infatti, opererebbe su scala internazionale. Secondo la procura, che ha fornito queste informazioni durante una conferenza stampa questa mattina, il capo dell’organizzazione sarebbe un uomo di nome Eng Tan Seet. I paesi coinvolti sarebbero, oltre all’Italia, Germania, Finlandia, Croazia, Ungheria, Turchia, Macedonia e Slovenia.
Questa seconda fase dell’inchiesta avrebbe preso il via grazie alla denuncia di un calciatore del Gubbio, a cui sarebbero stati offerti 200 mila euro per manipolare il risultato della partita di Coppa Italia giocata tra Gubbio e Cesena lo scorso 30 novembre ma che avrebbe rifiutato e sporto denuncia. A fare l’offerta sarebbe stato Alessandro Zamperini, ex calciatore, anche lui tra gli arrestati di oggi, che all’interno dell’organizzazione avrebbe avuto la “competenza” delle partite di Coppa Italia. Un altro ex calciatore arrestato oggi, Carlo Gervasoni, aveva il compito di reclutare i cosiddetti “zingari”, come erano chiamate le persone che si stabilivano nell’albergo che ospitava le squadre ospiti e da lì cercavano di corrompere e condizionare i calciatori.
La procura ha spiegato che gli arresti si sono resi necessari a causa del presunto tentativo di inquinamento delle prove da parte di alcuni degli indagati. In particolare Cristiano Doni avrebbe pagato di tasca sua parte della parcella dell’avvocato di Nicola Santoni, ex preparatore atletico del Ravenna, coinvolto nella prima parte dell’inchiesta, quella dello scorso giugno, allo scopo di non far parlare il suo assistito. Anche per questa ragione il gip di Cremona ha disposto il divieto di colloquio con gli avvocati per cinque giorni ai danni dei calciatori ed ex calciatori arrestati. Proprio Cristiano Doni, scrive la Gazzetta dello Sport, avrebbe tentato la fuga quando i poliziotti sono andati ad arrestarlo all’alba. Gli interrogatori di garanzia per gli arrestati dovrebbero avvenire mercoledì 21 dicembre.
foto: LaPresse