Ancora arresti contro Occupy
Le foto di ieri a New York, dove 50 persone sono state arrestate per aver provato a occupare uno spiazzo di una chiesa (che non li vuole)
A tre mesi esatti dall’inizio delle proteste che poi si sono diffuse in tutti gli Stati Uniti, ieri sera almeno 50 persone del movimento Occupy Wall Street sono state arrestate a New York mentre centinaia di manifestanti provavano a occupare un’area recintata del Duarte Park di proprietà della Trinity Church. I manifestanti di Occupy Wall Street a New York stanno cercando un nuovo spazio in cui accamparsi, dopo che il 15 novembre scorso le autorità newyorkesi hanno sgomberato Zuccotti Park.
Il movimento aveva già annunciato qualche settimana fa di voler occupare quello spazio per molti «abbandonato a se stesso» di Trinity. Tra l’altro proprio il reverendo della chiesa, James H. Cooper, ha più volte sostenuto le cause di Occupy e ha aiutato i manifestanti dopo lo sfratto da Zuccotti Park. Ma di fronte all’ipotesi di occupazione del territorio di proprietà della chiesa, Cooper è stato irremovibile, scatenando la rabbia di molti manifestanti: «Non ci sono le strutture per ospitare un accampamento in inverno, sarebbe un gesto sbagliato che metterebbe a rischio la salute e la sicurezza di tutti». Del resto la Chiesa episcopale, di cui fa parte Trinity, si era già detto contraria a una soluzione del genere il 15 novembre scorso e venerdì aveva ribadito la sua opposizione.
Dopo gli arresti della polizia, un piccolo gruppo di manifestanti di Occupy ha poi marciato verso Times Square, cantando cori contro il sindaco della città Michael Bloomberg come «Ogni sgombero è un’altra occupazione», «Bloomberg attento, Zuccotti Park è dappertutto».
Ieri pomeriggio, invece, sei persone del movimento sono state arrestate a Raleigh, nel North Carolina, durante una protesta non autorizzata. I manifestanti fanno parte di Walking Occupation Marchers, un gruppo di persone che ha inscenato una marcia di protesta da New York ad Atlanta, in Georgia.
Dopo un inizio promettente, il movimento Occupy sta attraversando un periodo difficile. L’arrivo dell’inverno e i continui sgomberi da parte della polizia in molti stati americani hanno indebolito il movimento. L’ultima protesta di rilievo risale al 13 dicembre quando i manifestanti hanno bloccato i porti della costa ovest degli Stati Uniti, come già accaduto lo scorso 2 novembre a Oakland, per solidarizzare con i lavoratori portuali della zona messi in particolare difficoltà dalla crisi economica a causa dei salari molto bassi. Anche quella volta non tutto andò liscio: i sindacati dei lavoratori portuali si dissociarono dalla protesta, giudicata controproducente.
Foto: Michael Bocchieri/Getty Images