Come vanno le cose in Egitto
Gli scontri sono continuati anche oggi, ma ora la situazione è relativamente calma e c'è chi dice che attivisti e governo stiano negoziando una tregua
Sono continuati anche oggi, per il terzo giorno consecutivo, gli scontri al Cairo tra manifestanti e forze di sicurezza. Gli attivisti, che protestano contro il potere del Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) e il nuovo governo di transizione, sono stati attaccati dalla polizia stamattina all’alba, quando i poliziotti hanno abbandonato le loro barricate intorno ai palazzi del parlamento e del governo e sono avanzati verso piazza Tahrir. Agenti e manifestanti si sono lanciati a vicenda pietre e altri detriti raccolti per strada ma non ci sono stati gli scontri molto violenti di ieri.
Gli scontri sono poi proseguiti in una strada vicina, la Sheik Rehan, dove si trova un’università americana e un centro di ricerca nazionale con un importante archivio storico. Ieri l’edificio è stato dato alle fiamme e così sono stati bruciati documenti di grande valore. Stamattina alcuni ragazzi hanno provato a recuperare il salvabile dalle strade. I militari, intanto, hanno rafforzato il blocco intorno al Parlamento e alla sede del governo egiziano. Una mossa che ha innervosito molti giovani, che chiedono di manifestare pacificamente davanti alle sedi dell’attuale governo. Secondo quanto raccontano gli attivisti egiziani su Twitter, gli scontri starebbero continuando anche in queste ore, sempre su Sheik Rehan e altre strade intorno a Piazza Tahrir.
Intanto è stato aggiornato il bilancio degli scontri iniziati venerdì mattina: 10 morti, oltre 500 feriti e 164 persone (tra cui nove donne) sono state arrestate e denunciate alle autorità. Secondo il quotidiano egiziano Al Ahram, i politici egiziani starebbero cercando di raggiungere un compromesso con gli attivisti. Oltre ai nuovi deputati, alla tregua starebbe negoziando anche Wael Ghonim, l’ex responsabile marketing di Google considerato uno degli eroi della rivoluzione che ha spodestato Mubarak.
Nelle prossime ore, inoltre, sono attesi i risultati della seconda tornata di elezioni amministrative, i cui seggi si sono chiusi giovedì scorso. Si è votato in nove province su 27. Si tratta in prevalenza di aree rurali, dove teoricamente i salafiti e i Fratelli Musulmani, che durante le ultime proteste hanno mantenuto un atteggiamento ambiguo, hanno molto seguito. Dopo che tutti gli egiziani avranno votato per la Camera bassa (si pensa entro gennaio 2012), ci saranno altre tre tornate elettorali per eleggere i rappresentanti del Senato. Le elezioni presidenziali sono invece previste per il giugno 2012.
Foto: AP