Al-Shabaab è su Twitter
Le milizie fondamentaliste islamiche che da anni imperversano in Somalia hanno aperto un account su cui prendono in giro i loro avversari
Le milizie di al-Shabaab, che da anni imperversano in Somalia, hanno aperto un account su Twitter. Uno dei primi tweet è indirizzato all’esercito keniota, che cerca di combatterli al confine: «I vostri ragazzi inesperti fuggono dalla lotta e si tirano indietro davanti alla morte». Finora l’integralismo musulmano di al-Shabaab li aveva sempre tenuti lontani da cose tipicamente associate al mondo occidentale come film, musica, abbigliamento, ma Twitter a quanto pare li ha convinti a fare un’eccezione.
Gli esperti di terrorismo, spiega il New York Times, dicono che Twitter è ormai parte di un trend diffuso tra le organizzazioni armate affiliate ad al-Qaida, che usano spesso anche Facebook, Youtube e Myspace per diffondere i loro messaggi. Secondo alcuni, i social media avrebbero anche semplificato il reclutamento di criminali e la raccolta di fondi. Dopo che il maggiore dell’esercito keniota aveva messo in guardia della possibilità che al-Shabaab trasportasse ordigni a dorso di asini, il gruppo ha risposto su Twitter: «Asini-bomba! La tua eccentrica strategia di battaglia sta spaventando molto gli animalisti, Maggiore».
L’uso di una tecnologia come Twitter sembra paradossale per un gruppo di estremisti islamici i cui metodi di solito includono stupri, decapitazioni, frustate e attentati. E alcuni avevano messo in dubbio che l’account fosse effettivamente gestito da Shabaab. Quel che è certo è che l’account è stato registrato da un indirizzo mail che coincide con quello dell’ufficio stampa che di solito fornisce resoconti dettagliati dei combattimenti tra le forze di Shabaab e l’esercito keniota o quello dell’Unione Africana. L’uomo dietro queste mail e probabilmente dietro l’account Twitter dice di chiamarsi Sheik Yoonis, che è probabilmente un nome di guerra.
I comunicati di Shabaab sono scritti di solito in un inglese molto colloquiale e spesso intelligente, scrive il New York Times, i cui reporter hanno anche parlato più volte al telefono con Yoonis. Alcuni analisti hanno fatto notare che paradossalmente la strategia di comunicazione di Shabaab è molto più coerente di quella del governo somalo, ancora profondamente spaccato e incapace di rispondere alle minacce terroristiche. Dopo un apparente ritiro da Mogadiscio, al-Shabaab ha infatti di nuovo ripreso i suoi attacchi contro i civili nella capitale della Somalia. E nel resto del paese è tornata a fare proselitismo: lo scorso ottobre alcuni dei suoi emissari sono andati a distribuire sacchi di riso alle persone in fuga dalla carestia in Somalia.
Ma pochi somali credono davvero al loro aiuto, conclude il NYT. Tutti sanno che è stato proprio Shabaab a ostacolare l’arrivo degli aiuti umanitari negli ultimi mesi e che in seguito alle minacce subite, oltre 16 organizzazioni umanitarie si sono ritirate dalla Somalia. Migliaia di persone sono già morte e moltissimi somali sperano soltanto che la guerra sia vinta dalle truppe dell’esercito keniota. L’account Twitter di al-Shabaab intanto ha già 3.186 followers e non segue nessuno.