La Lega contro Monti in Senato
Il presidente del Consiglio stava illustrando le decisioni prese all'ultimo Consiglio europeo, quando è stato interrotto con urla e cartelli
Il presidente del Consiglio Mario Monti è intervenuto oggi, 14 dicembre, in Senato con una informativa sulle decisioni assunte dai leader dell’Europa nell’ultimo Consiglio Europeo. In aula alcuni senatori della Lega Nord lo hanno contestato duramente, interrompendolo. Il presidente Renato Schifani è intervenuto e ha minacciato di sospendere la seduta. Gli animi si sono calmati, ma qualche minuto dopo i leghisti hanno ripreso a far casino con urla e cartelli, costringendo Schifani a interrompere la seduta per qualche minuto. È poi seguito il dibattito sulle comunicazioni di Monti.
Il presidente del Consiglio ha risposto alle critiche della Lega Nord: «Uno dei modi per arrivare, non dico a “basta tasse” ma almeno a “meno tasse” è quello di estendere la fiscalità al mondo della finanza. L’Italia è disposta a riconsiderare la posizione del precedente governo, che era contrario ad una tassazione sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax». Grazie alla sua applicazione, ha aggiunto Monti, ci potranno essere sgravi per quanto riguarda la tassazione delle famiglie. Un simile provvedimento richiederà comunque tempo per essere adottato e richiederà probabilmente un impegno anche internazionale.
Monti ha anche riferito le altre decisioni assunte durante il Consiglio europeo:
C’è stata una discussione nel Consiglio europeo sul ruolo degli eurobond e si è deciso di non far figurare il riferimento agli eurobond nelle conclusioni finali del summit, ma è stato deciso che nel rapporto che sarà presentato entro il 31 marzo sarà discusso e presentato il tema. Il problema è che esisteva prima del Consiglio europeo e si è confermata una linea di divergenza in seno all’Unione. È impossibile tracciare un confine, come vorrebbe la Germania, tra paesi totalmente virtuosi o peccaminosi, dopo che proprio Germania e Francia nel 2003 hanno delegittimato il patto di stabilità. La visione di molti Stati membri, tra cui la nostra, era differente: la credibilità della disciplina è un elemento essenziale. Abbiamo insistito sull’importanza di avere meccanismi di disciplina, ma anche sull’importanza di dotare l’area Euro di dispositivi di intervento corroborati da mezzi finanziari per evitare il contagio tra Paesi.