La chiusura di France Soir
Lo storico quotidiano parigino è in edicola per l'ultima settimana, e i suoi dipendenti protestano contro l'editore russo
Da settimane i dipendenti del quotidiano francese France Soir protestano contro la decisione del loro editore di chiudere la versione cartacea del giornale, mantenendo solamente quella online. L’ultima edizione dovrebbe essere in edicola venerdì prossimo, 16 dicembre, ma non è escluso che nei prossimi mesi venga chiusa anche la versione online Sembra che il proprietario, Alexander Pugachev, se ne voglia disfare dopo aver cercato negli ultimi tempi di rilanciarlo, fallendo nell’operazione.
Lunedì scorso, 12 dicembre, c’è stato un incontro tra i principali azionisti del giornale, il personale e i rappresentati sindacali per provare a trovare un accordo. Alla riunione ha partecipato anche Christine Vulvert, già direttore del giornale, che ha proposto un nuovo piano di rilancio per la testata. Ma una simile opzione comporterebbe nuove spese, stimate intorno ai 20 milioni di euro, per Pugachev che non sembra voler andare oltre il rilancio solamente su Internet.
A ottobre l’editore aveva annunciato la chiusura dell’edizione cartacea per metà dicembre. Il piano prevede il licenziamento di 89 lavoratori sui 127 che si occupano del giornale. Il progetto è fortemente contestato dai dipendenti della testata, che negli ultimi giorni hanno organizzato manifestazioni anche spettacolari per mostrare il loro dissenso. Hanno, per esempio, sparso migliaia di copie del giornale davanti alle proprietà di Pugachev a Parigi e occupato per alcune ore l’Arco di Trionfo con striscioni contro la chiusura del giornale.
France Soir è stato uno dei giornali più conosciuti della stampa francese, soprattutto nel Novecento. Tra gli anni Sessanta e Settanta vendeva più di un milione di copie. L’edizione che annunciò la morte di De Gaulle nel novembre del 1970 ne vendette due milioni. Nei decenni successivi ha progressivamente perso importanza arrivando a una tiratura di meno di centomila copie ai primi anni del Duemila. Dopo diversi passaggi di proprietà, nel 2009 è stato acquisito da Alexander Pugachev, figlio del miliardario russo Viktorovich Pugachev, che da allora ha provato a rilanciare – senza successo – il giornale ora destinato a chiudere.