Cattelan a New York
Le foto di All, la mostra allestita al Guggenheim, in bianco e nero
Il Guggenheim Museum di New York ha dedicato una retrospettiva all’artista italiano Maurizio Cattelan, intitolata All. Le 130 opere in esposizione non sono state disposte in modo tradizionale – ordinato e cronologico – negli spazi laterali alla grande rampa a spirale del museo progettato da Frank Lloyd Wright: ma come in altre occasioni precedenti è stato sfruttato lo spazio centrale circondato dalla rampa, su cui i visitatori si affacciano dai vari piani per vedere le opere, tutte appese al soffitto, ad altezze diverse, con cavi e corde. La novità rispetto ad altre installazioni sta nell’affollamento delle opere radunate tutte assieme, che danno così l’impressione disordinata e omogenea insieme della carriera artistica di Cattelan: All, appunto.
Per verificare che la struttura tenesse, un team di ingegneri ha collaudato l’allestimento in un magazzino, sostituendo ogni opera con un carico pesante il doppio, per un totale di 12.000 kg.
Cattelan è diventato famoso alla fine degli anni Ottanta. Per la sua prima mostra personale, nel 1989, decise di chiudere la galleria e appendere un cartello che diceva “Torno subito”. I suoi primi contributi a esibizioni collettive furono considerati altrettanto indisciplinati: nel 1992 la sua partecipazione a una mostra al castello di Rivara a Torino, si tradusse in una corda fatta di lenzuola annodate che usciva da una finestra aperta (Una domenica a Rivara). Quando poi gli chiesero di preparare qualcosa per la Biennale di Venezia, nel 1993, Cattelan affittò il suo spazio espositivo a un’agenzia pubblicitaria, che lo occupò con il cartellone di un nuovo profumo (Working is a bad job, 1993). Nel 1996 per una mostra ad Amsterdam, rubò tutte le opere di un altro artista che esponeva in una galleria poco distante dall’Appel center in cui doveva allestire la propria esposizione, e li presentò come propri lavori sotto il titolo di Another Fucking Readymade, finché la polizia non lo costrinse a restituirli.
Negli anni successivi la sua produzione si stabilizzò su pezzi propri, spesso installazioni che coinvolgevano modelli a grandezza naturale. La mostra al Guggenheim ne raccoglie molti dei più famosi: il cavallo imbalsamato appeso, Hitler in ginocchio a dimensione bambino (Him, 2001), lo scheletro gigante di un gatto, papa Giovanni Paolo II caduto a terra (La Nona Ora, 1999), i bambini impiccati, il pupazzo di Picasso. Ci sono anche numerosi autoritratti in varie forme: il bambino seduto sulla libreria, l’autoritratto appeso a una stampella, le due versioni del suo cadavere, a occhi chiusi e a occhi aperti.
La mostra è stata inaugurata il 4 novembre e durerà fino al 22 gennaio.