Il premio ad Ali Farzat
Reporter senza frontiere ha premiato per la libertà di stampa il vignettista siriano a cui hanno fratturato le mani
Reporter senza frontiere e Le Monde hanno assegnato ieri a Parigi il Premio 2011 per la Libertà di Stampa al vignettista satirico siriano Ali Farzat e al giornale birmano Weekly Eleven News. Il premio viene assegnato dal 1992 a un giornalista e a una pubblicazione che si sono distinti per essersi battuti a tutela della stampa e della libertà dell’informazione. Una giuria internazionale composta da giornalisti e attivisti per i diritti civili decide i candidati e procede poi alla nomina dei vincitori.
Ali Farzat è nato ad Hama nel 1951 ed è stato premiato «per la qualità delle sue vignette e per il suo impegno nel difendere la libertà della stampa». Con il suo lavoro satirico e di denuncia, nel corso degli anni si è fatto molti nemici. Nel 1989, l’allora leader dell’Iraq, Saddam Hussein, minacciò di farlo uccidere per una esposizione di sue vignette a Parigi che comprendevano opere contro il regime iracheno. Farzat ha preso di mira numerosi regimi dei paesi arabi, finendo per essere bandito da paesi come la Giordania, l’Iraq e la Libia.
Negli ultimi mesi Farzat si è dedicato principalmente alle rivolte in Siria, disegnando vignette contro Bashar al-Assad e la sua dura repressione dei manifestanti. Ad agosto è stato malmenato da un gruppo di violenti a Damasco, probabilmente vicini al regime. Gli hanno fratturato le mani, dicendo che si trattava di un primo avvertimento. Le immagini di Farzat in ospedale sono circolate molto sui social network, inducendo altri vignettisti a creare disegni per mostrare solidarietà al disegnatore siriano.
Il Weekly Eleven è un settimanale pubblicato in Birmania, dove è molto difficile diffondere liberamente le informazioni a causa delle politiche repressive del governo. I giornalisti della pubblicazione rischiano di continuo l’arresto e la detenzione quando si occupano di argomenti non graditi al potere politico e militare. Lo scorso agosto il Weekly Eleven si è rifiutato di occuparsi delle alluvioni nella città di Mandalay, come aveva imposto il regime. Diversi giornalisti sono stati arrestati e per alcune settimane al giornale è stato vietato di uscire.
«Al Weekly Eleven crediamo fermamente e sosteniamo che non ci sia nulla di più forte della verità. Siamo onorati di ricevere il premio, ma siamo anche molto tristi per tutti i giornalisti birmani che sono ancora in prigione» ha spiegato il portavoce del giornale, durante la consegna del premio ieri, 8 dicembre.