Il documento sui doppi incarichi nel PdL
Lo ha diffuso il segretario Alfano e sta agitando il partito: chi ha ruoli di dirigenza non potrà ricoprire anche incarichi istituzionali e di rappresentanza
Mercoledì il segretario del PDL Angelino Alfano ha diffuso un nuovo regolamento sull’incompatibilità delle cariche all’interno del PDL. Le nuove regole stabiliscono che chi ricopre un ruolo all’interno del movimento non può avere incarichi istituzionali o di rappresentanza, ed entreranno in vigore a partire dai prossimi congressi provinciali e cittadini. Lo racconta Notapolitica.
Fino a ieri erano tutti tranquilli. Sulle incompatibilità lo Statuto voluto dal partito era stato assai blando. “È emanato un apposito Regolamento sulle incompatibilità tra le cariche del Movimento e gli incarichi istituzionali e di rappresentanza esterna”, recita l’articolo 35. Un po’ come il governo, che ha rimandato i tagli alle province ad una legge ordinaria che probabilmente non vedrà mai la luce. Con la differenza che Angelino Alfano ha poi spinto sull’acceleratore, e ieri ha fatto circolare un documento, a sua firma, il cui titolo ha fatto correre un brivido sulla schiena a più di qualche maggiorente del partito: “Nuovo regolamento sulle incompatibilità”. Il pretesto è quello della “celebrazione dei prossimi congressi provinciali e di grande città”. Ma le tre paginette del documento riguardano anche i coordinatori regionali, oltre a quelli provinciali e cittadini, compresi i rispettivi vicari.
La lista delle poltrone non cumulabili è assai lunga. Chi guiderà il partito sul territorio non potrà ricoprire incarichi a via dell’Umiltà: fuori i “responsabili nazionale di settore” e i “presidenti di consulta nazionale”. Come anche i “membri del governo”, che dovranno pensare esclusivamente al proprio ministero. Nessuna sovrapposizione nemmeno con chi sarà impegnato nell’amministrare la cosa pubblica a livello locale: “presidenti di regione”, “assessori o capogruppo regionali”, “presidenti di assemblea regionali”, “presidenti o assessori di provincia”, “sindaci o assessori di comuni capoluogo”, “sindaci di comuni superiori a 15 mila abitanti”. Insomma: se vuoi occuparti di partito sul territorio, fai quello e basta. Ti potrai fregiare delle stellette del partito al massimo in Parlamento.