La crisi delle soap opera
Stanno lentamente sparendo dalla televisione, sia in Italia che negli Stati Uniti, ma alcune resistono (e si trasformano)
La soap opera statunitense All My Children, che era diventata in Italia La valle dei pini e trasmessa su Rete 4 dal 1987, è terminata dopo 41 anni per essere sostituita da un programma di cucina. Qualche giorno fa è stato comunicato che la soap, insieme a One Life to Live (Una vita da vivere), non continuerà nemmeno online, come precedentemente ipotizzato. Nel 2012, per la prima volta dal 1953, solo quattro soap opera verranno trasmesse sulle grandi reti broadcast statunitensi. In Italia CentoVetrine, la soap che va in onda da 10 anni su Canale 5, è a rischio cancellazione. Vivere, altro noto titolo della fiction diurna italiana, è finita nel 2008.
Se nel 1976 Time descriveva la fascia diurna occupata dalle soap come il mercato televisivo più ricco, il genere è ora indubbiamente in declino, ed è un declino iniziato anni fa. I problemi principali delle soap opera sono due:
1. Sono rivolte prevalentemente a un pubblico femminile casalingo e vengono per questo trasmesse durante il giorno, mentre chi lavora è normalmente fuori casa. Con l’aumentare, a partire dagli anni Settanta, dell’occupazione femminile, il pubblico ideale delle soap è andato progressivamente calando.
2. Le soap sono per natura longeve, molte vanno avanti addirittura da decenni e le spettatrici cominciavano a guardarle da bambine insieme alle proprie madri. Venendo meno questi momenti, a causa della già citata crescita dell’occupazione femminile ma anche della produzione di programmi più mirati a infanzia e adolescenza, il pubblico più giovane ora fa fatica a entrare nelle logiche di trame sviluppate nell’arco di un periodo lunghissimo.
Negli Stati Uniti è dall’inizio del 2000 che i dati d’ascolto delle soa opera sono crollati, e le politiche dei network si sono fatte più drastiche nei confronti di prodotti che sembrano aver fatto il loro tempo: sarebbe riduttivo, infatti, spiegare il declino della soap con la semplice diminuzione delle casalinghe. Si è alzato il livello di scolarizzazione dell’intera popolazione e, con esso, la qualità dei prodotti di intrattenimento. Prodotti realizzati in modo veloce e approssimativo come le soap sopravvivono con difficoltà sugli stessi canali che trasmettono serie televisive di ben altro calibro.
Il termine “soap opera” deriva dagli sponsor dei primi prodotti (inizialmente radiofonici) di questo genere, che erano tutti marchi di saponi o di prodotti per l’igiene personale come Procter & Gamble, Colgate-Palmolive e Lever Brothers, particolarmente interessati all’aspetto promozionale dato che il pubblico era composto prevalentemente da casalinghe. A partire dagli anni Cinquanta, il format è diventato parte della programmazione televisiva diurna, insieme ai talk show, i giochi a premi, le prime sit com e le repliche dei programmi serali.
L’incredibile successo delle soap opera e la fidelizzazione del pubblico hanno determinato la resistenza di questi prodotti negli anni, definendo ulteriormente il genere: è tipico delle soap l’alternanza di attori diversi per lo stesso ruolo; l’improvvisa resurrezione di un personaggio morto (di solito si scopre che non era morto veramente) quando l’attore che lo interpretava decide di tornare sul set; l’invecchiamento improvviso di certi personaggi, che da bambini diventano adolescenti nel giro di pochi episodi, per semplici esigenze di trama (ha anche un nome: Soap Opera Rapid Aging Syndrome, Sindrome del rapido invecchiamento in una soap opera).
Le soap opera hanno lanciato diversi attori poi diventati famosissimi: Demi Moore ha recitato in General Hospital; per All My Children sono passati Christian Slater, Amanda Seyfried, Melissa Leo. Come spiega James Franco, l’attore che ha presentato gli Oscar l’anno scorso e che recentemente ha interpretato un personaggio (di nome Franco) in General Hospital, le soap opera sono un ottimo esercizio per un attore, che è costretto a memorizzare in poco tempo moltissime pagine di copione e ad adattarsi alle esigenze di una produzione molto più intensa e veloce: difficilmente le scene possono essere girate una seconda volta, quindi la prima deve andare bene.
Nonostante la soap opera statunitense più famosa in Italia, Beautiful, non sia per ora a rischio cancellazione, va segnalato che il genere si è evoluto nelle cosiddette primetime soap, le soap da prima serata, già pochi anni dopo la sua comparsa nella fascia diurna: si tratta di serie televisive con trame prevalentemente familiari e romantiche, ma con tempi (un episodio a settimana), budget e qualità paragonabili alle altre serie. Il network Abc è specializzato nella realizzazione di primetime soap: tra queste Brothers & Sisters, Desperate Housewives e il più recente Revenge, trasmesso anche in Italia su FOX life.