Altre 7 cose (più una) sulla manovra
Dalla lettura del testo integrale del decreto emergono altre norme, dal taglio delle maxi liquidazioni al divieto di cariche multiple in banche e assicurazioni
Con la firma del decreto legge sulla manovra da parte del Capo dello Stato conosciamo il testo integrale della manovra. I suoi aspetti fondamentali erano già stati descritti e discussi dal governo domenica sera, ma ci sono cose più piccole che fino a oggi non erano state raccontate nei dettagli – come la norma sugli stipendi dei parlamentari, per esempio – e che oggi riempiono le pagine speciali di approfondimento dedicate alla manovra da Repubblica, Corriere della Sera, Stampa e Sole 24 Ore.
Il taglio delle liquidazioni
Le liquidazioni superiori a un milione di euro saranno sommate al reddito complessivo, tassato con l’aliquota IRPEF massima del 43 per cento.
Fondi europei e patto di stabilità
Le regioni potranno tenere fuori dal patto di stabilità un miliardo di euro per ogni anno da qui al 2014, per le spese sostenute allo scopo di realizzare interventi con il contributo dei Fondi strutturali europei.
Incentivi ecologici
Sono rinnovati gli incentivi per la riqualificazione energetica delle abitazioni, lo sgravio fiscale del 55 per cento godibile in dieci anni, e il bonus del 36 per cento sulle ristrutturazioni edilizie.
Evasione fiscale
Sono previsti, scrive il Corriere della Sera, “sconti e semplificazioni fiscali non indifferenti” per le imprese che accetteranno i pagamenti tracciabili. Dell’abbassamento del limite per i pagamenti in contanti a 1000 euro abbiamo detto. Per la pubblica amministrazione la soglia scende a 500 euro: “lo stipendio, la pensione, i compensi comunque corrisposti dalla pubblica amministrazione centrale e locale e dai loro enti, di importo superiore a 500 euro, debbono essere erogati con strumenti diversi dal denaro contante ovvero mediante l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici bancari o postali, comprese le carte di pagamento prepagate”.
I capitali scudati
L’imposta straordinaria dell’1,5 per cento non si applica solo ai capitali rientrati con l’ultimo scudo fiscale varato dal governo Berlusconi ma anche anche a quelli del 2001 e del 2003. Il prelievo sarà effettuato direttamente dagli intermediari finanziari usati dai detentori dei capitali per rimpatriare i propri soldi.
Fine delle cariche multiple in banche e assicurazioni
L’articolo 36 della manovra istituisce il divieto “ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti”. Nessuna persona potrà più avere incarichi nei consigli di amministrazione di società concorrenti tra loro. In Italia il fenomeno è diffusissimo, come ricordava ieri l’agenzia di stampa Radiocor.
Giovanni Bazoli, ad esempio, oltre ad essere presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e’ anche consigliere di Ubi Banca. Dieter Rampl e Fabrizio Palenzona, presidente e vice-presidente di Unicredit, siedono entrambi nel cda di Mediobanca, di cui Rampl e’ anche vice-presidente. Nel board di Piazzetta Cuccia c’e’ anche Ennio Doris, il patron di Mediolanum. Carlo Pesenti e’ sia nel cda di Unicredit sia in quello di Mediobanca. Angelo Caso’ e’ tra i consiglieri di Piazzetta Cuccia ed e’ anche nel cda della Milano Assicurazioni, di cui e’ presidente. In Mediobanca siede anche Jonella Ligresti, la presidente di Fondiaria Sai. Francesco Gaetano Caltagirone, invece, oltre a sedere nel cda del Monte dei Paschi, quale vice-presidente, e’ anche nel board delle Generali, con la stessa carica. Il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola e’ anche consigliere di Banca Carige. Luigi Arturo Bianchi e’ sia nel consiglio di sorveglianza di Intesa sia nel cda di Banca Generali. L’avvocato Alessandro Pedersoli si divide tra il board delle Generali e quello di Ubi Banca. Il professor Luigi Guatri e’ sia nell’organo di governance di Vittoria Assicurazioni sia in quello del Banco di Desio. L’ex-rettore della Bocconi Roberto Ruozi e’ presidente del gruppo Mediolanum e anche di Banca Intermobiliare.
Un po’ di conti
Il blocco dell’indicizzazione all’inflazione per due anni interesserà tutte le pensioni superiori a 960 euro. Queste sono il 76,5 per cento del totale. La misura permetterà di risparmiare 3,8 miliardi di euro nel 2012 e 6,7 nel 2013 e nel 2014. Dal 2018 l’intera riforma delle pensioni permetterà di risparmiare 20 miliardi di euro all’anno. Le tasse sulla casa produrranno gettito per circa 11 miliardi di euro. Di questi, 9 miliardi andranno allo Stato e 2 miliardi andranno ai Comuni. Le imprese potranno dedurre 10.600 euro di IRAP per ogni donna e giovane sotto i 35 anni assunto a tempo indeterminato. La cifra diventa 15.200 per le assunzioni in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L’imposta dell’1,5 per cento sui capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale produrrà un gettito da 1,5 miliardi di euro. Dalle tasse sui beni di lusso verranno fuori circa 500 milioni di euro. Dall’aumento della benzina verranno fuori 4,8 miliardi di euro netti. La cosiddetta “minipatrimoniale” sugli strumenti finanziari porterà un gettito da 1,9 miliardi di euro per il primo anno e di 3 miliardi dal 2013 in poi.
I lavori pubblici
Non c’entra col testo della manovra, ma ieri il CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) ha sbloccato 3,8 miliardi di euro e ne ha recuperati altri 4,8 miliardi che erano stati cancellati dalla manovra estiva del governo Berlusconi. Dal Fondo infrastrutture, pari a 4,9 miliardi, sono stati invece prelevati finanziamenti per 1,1 miliardi per il secondo lotto della linea Alta velocità Milano-Genova, per 919,05 milioni per il secondo lotto della linea Alta velocità Treviglio-Brescia, per 600 milioni per la nona tranche del Mose. Sono stati assegnati 598 milioni per il Contratto di programma Anas 2010-2011, 123,3 milioni per interventi in Sicilia e Calabria, sono stati recuperati 440 milioni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e assegnati per 200 milioni all’Alta velocità e per 220 alla manutenzione ferroviaria.
foto: Mauro Scrobogna /LaPresse