L’Antitrust contro l’Auditel
Ha "ostacolato lo sviluppo di nuove offerte" e "ha avvantaggiato le maggiori emittenti generaliste", si legge in una bozza di provvedimento anticipata da Repubblica
Aldo Fontanarosa su Repubblica di oggi anticipa i contenuti di una bozza di provvedimento dell’autorità antitrust contro l’Auditel, che arriva due anni dopo un ricorso presentato da Sky. Il contenuto della bozza riprende, da un pulpito istituzionale e autorevole, molte delle critiche che in questi anni sono state rivolte al sistema per la rilevazione degli ascolti televisivi.
Provate a digitare su Google le parole “auditel e polemiche”, e finirete travolti da decine e decine di risultati. Sono anni che questo arbitro del piccolo schermo attira su di sé dubbi e contestazioni. Alcuni esperti del settore, nel titolare i loro libri inchiesta, ci sono andati giù di brutto. Come Roberta Gisotti, autrice de “La favola dell’Auditel”.
Fino ad ora, però, l’Auditel ha sempre salvato le penne. Fino ad ora, nessuno ha mai potuto certificare gli errori del giudice della tv, che nel suo sito può ancora fregiarsi di parole come “super partes” o “indipendenza”. Fino ad ora, appunto. Ora è in arrivo una dura condanna formale, la prima ad investire l’Auditel con tanta chiarezza. A firmarla sarà l’Autorità Antitrust, sentinella della corretta concorrenza sui mercati.
Spinta da un esposto di Sky, partito nell’autunno del 2009, l’Antitrust ha avviato un “processo” all’Auditel che arriva adesso alla fine del suo percorso, dopo due lunghi anni. Nelle ultime settimane, l’Antitrust ha scritto una bozza di provvedimento, quindi lo ha trasmesso ad una seconda Autorità (il Garante per le Telecomunicazioni) perché esprimesse un parere. Il Garante per le Tlc ha dato il suo parere giovedì scorso. Ed ora l’Antitrust potrà ufficializzare la sua condanna.
Nella sua bozza di provvedimento (dal punto 215 al 217), l’Antitrust elenca i peccati dell’Auditel. “Tra la seconda metà del 2009 e l’ottobre del 2010” questo soggetto non ha pubblicato i dati di ascolto “per ciascun canale e per ciascuna piattaforma trasmissiva”, come invece avrebbe dovuto. In questo modo l’Auditel “non ha permesso di cogliere l’impatto – sulle performance delle diverse piattaforme trasmissive – delle profonde trasformazioni che stanno interessando il settore tv”.