L’Afghanistan brucia
Oggi tre attentati in un giorno: il più sanguinoso ha ucciso almeno 50 fedeli sciiti che celebravano l'Ashura, ieri si era conclusa la conferenza internazionale di Bonn
Questa mattina, poco dopo mezzogiorno (ora locale), un kamikaze si è fatto esplodere a Kabul, in Afghanistan, nei pressi della moschea che ospita la tomba di Abu Fazal Wali, uno dei santuari sciiti della capitale. Centinaia di persone in quel momento stavano celebrando l’Ashura, ricorrenza dell’Islam sciita che ricorda il martirio dell’imam Hussain, nipote del profeta Maometto. Il bilancio non è ancora definitivo, per il momento si contano almeno 50 persone uccise e decine di feriti.
Poco dopo a Mazar i Sharif, nel nord dell’Afghanistan, è saltata in aria una bicicletta-bomba, anche questa vicino a una moschea: sono morte quattro persone, due sono rimaste ferite. Il terzo attentato, avvenuto nel primo pomeriggio, ha preso di mira una zona adiacente al mercato di Kandahar: una motocicletta imbottita di esplosivo è stata fatta saltare in aria, cinque persone sono rimaste ferite.
Finora né i talebani né altri gruppi armati hanno rivendicato gli attacchi. Secondo la grandissima parte dei commentatori e dei giornalisti, la scelta del giorno per questi attentati non è casuale: ieri si è conclusa la conferenza internazionale di Bonn sul futuro dell’Afghanistan.
Ai lavori della conferenza – boicottati dal Pakistan – hanno partecipato 103 delegazioni, 85 Paesi (per l’Italia c’era il ministro Terzi di Sant’Agata) e 17 organizzazioni internazionali, allo scopo di stilare un programma di sostegno per l’Afghanistan dopo il 2014, anno del previsto ritiro dei 130mila soldati della missione ISAF guidata da NATO e Stati Uniti. Quella di Bonn è stata la prima conferenza internazionale guidata dall’Afghanistan e questo, secondo l’Economist, è un grande segno di maturità per il Paese dopo dieci anni di guerra.