In Russia qualcosa si muove
Cose del genere non si vedevano da anni, spiega l'inviato del Post alla manifestazione di ieri a Mosca
di Augusto Come
Ho saputo della manifestazione attraverso vKontakte, il Facebook russo. “CONTRO LA FARSA ELETTORALE, RESTITUITECI IL NOSTRO VOTO, RESTITUITE LA LIBERTA’ AL POPOLO”, recitava l’opuscolo online “5Dic.ru” prima di diventare inaccessibile, sul tardo pomeriggio. Il solito triste picchetto liberale, poche centinaia di persone al massimo, ho pensato. La sparuta avanguardia, spesso già di una certa età, che noti appena, recandoti al lavoro. Quel che rimane della tradizione dei dissidenti sovietici, che ha avuto il merito di mantenere acceso un lumicino di coscienza in una società in letargo ormai da anni. Ma mi sbagliavo.
Il luogo di ritrovo per protestare contro i brogli elettorali ed esigere le dimissioni di Putin è Chystye Prudy, uno dei giardini più suggestivi di Mosca. Stranamente la manifestazione è autorizzata dalla questura. All’inizio non capivo. Dov’è il gruppetto emarginato? E i vecchietti con i loro cartelli? Al loro posto c’era una marea di gente e moltissimi, moltissimi giovani.
Mosca non è più abituata a cose del genere. A una tale irruzione della politica nello spazio pubblico. 10000 persone, ecco una stima ragionevole, anche se la questura si ostina a parlare di 2000 persone. Ma nessuno ormai le crede più. Dal monumento di Gribaedov fino al celebre lago, i giardini di Chistye Prudy erano invasi da una moltitudine che si riversava fino alle strade adiacenti. Molti dei testimoni intervistati assicurano che una protesta così non si vedeva da anni. Andrey, avvocato di trentacinque anni, non riesce a celare il suo stupore. “Ho partecipato a molti picchetti fin dal 2004 [seconda elezione di Putin] ma oggi in piazza si respira un’aria diversa, non ci si sente più soli. La gente comincia veramente a non poterne più di questa classe dirigente corrotta e incompetente”. Andrey è un buon rappresentante di una nuova generazione ormai disillusa da Putin. Il grosso dei manifestanti, del resto, ha tra i 25 e 40 anni. Cantano e scandiscono slogan, senza rancore ma con fermezza e determinazione: “Putin, vattene da solo finché sei in tempo!” o “Abbasso il partito dei ladri e truffatori!”. Questa formula, inventata dal blogger e attivista Alexey Navalny, è ormai diventata popolarissima.
Due settimane fa, un ragazzino di una sperduta cittadina siberiana ha rischiato di farsi espellere dal suo liceo per aver scritto questo slogan su uno dei manifesti elettorali di Russia Unita, il partito di Putin. Si è salvato registrando di nascosto sul suo cellulare le minacce della preside. La manifestazione è stata organizzata da Solidarnost, un’associazione fondata nel 2008 da figure di spicco d’opposizione liberale e democratica. Sotto una pioggia ostinata sono intervenuti diversi rappresentati della società civile russa come Boris Nemzov, portavoce del partito extraparlamentare “Libertà del Popolo”, Evgenya Chirnikova, leader del movimento ambientalista “In Difesa del Bosco di Khimki”, e ancora giornalisti, poeti e registi. L’intervento più applaudito è stato probabilmente quello del carismatico Navalny.
La protesta si è svolta tranquillamente fino a che la folla ha cominciato a disperdersi. A causa del gran numero di persone, della massiccia presenza delle forze dell’ordine e del famigerato traffico moscovita si è venuto a creare un enorme ingorgo sul boulevard di Chystye Prudy. Non si capiva se i manifestanti cercassero di inscenare un corteo nel corso che porta verso Lubyanka, la storica sede del KGB, o se volessero semplicemente tornare a casa. La tensione è cominciata a salire ed è a questo momento che la polizia ha fermato più di 300 persone, tra cui Ilya Yashin, uno dei fondatori di Solidarnost e lo stesso Navalny. Oggi le proteste continueranno, per richiedere il rilascio delle persone in stato di fermo.
Normalmente a Mosca, in questo periodo dell’anno, si registrano temperature glaciali. Quest’inverno invece è particolarmente mite. Ieri sera non faceva per niente freddo, figurarsi, piovigginava pure. A dicembre è forse troppo presto per aspettare la primavera. Ma la manifestazione di ieri dice che forse il lungo inverno sta per finire.
foto: VYACHESLAV OSELEDKO/AFP/Getty Images