Le contestazioni in Russia
Le valutazioni dell'OSCE sulle elezioni parlano di irregolarità e violazioni: a Mosca e San Pietroburgo si sono svolte manifestazioni e scontri con la polizia
Il partito di governo del premier Vladimir Putin e del presidente Dmitri Medvedev ha conquistato, nelle elezioni di ieri, la maggioranza assoluta nella Duma, la camera bassa, ma di stretta misura perdendo quasi 100 seggi a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. L’opposizione comunista li ha invece quasi raddoppiati. E ora c’è chi mette in dubbio anche la vittoria numerica del partito di Putin Russia Unita.
Il leader dell’opposizione comunista Gennady Zyuganov, dopo l’esito, ha dichiarato: «Stiamo indagando sulle possibili violazioni, annunceremo i risultati regione per regione. Allo stesso tempo, chiamiamo tutti nostri compagni a vigilare e difendere i nostri voti. Lo faremo sulle strade e nei tribunali». E nel tardo pomeriggio di oggi a Mosca e a San Pietroburgo si sono svolte manifestazioni di protesta «non autorizzate» ha precisato la polizia russa che è intervenuta in tenuta antisommossa picchiando sulla testa alcuni manifestanti e trascinandone altri nei camion. Sarebbero state fermate almeno 400 persone, tra cui un politico dell’opposizione, Ilya Yashin, e il blogger Alexei Navalny.
La televisione di stato russa, da cui la maggioranza dei cittadini ottiene le notizie, non ha mostrato le proteste contro il risultato elettorale, ma su internet sono state diffuse le immagini e i video delle persone scese per la strada, soprattutto giovani, che fischiavano e gridavano «Russia senza Putin!».
Già ieri Golos, l’unico osservatore indipendente delle elezioni finanziato dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, aveva riferito di aver raccolto più di 5mila reclami riguardo presunte violazioni della legge elettorale e di aver subito attacchi informatici al sito. Il primo ministro Vladimir Putin aveva replicato alle accuse dicendo che le potenze straniere vorrebbero falsare i risultati delle elezioni.
Nella giornata di oggi sono state diffuse anche le valutazioni dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) secondo le quali il voto per il rinnovo della Duma è stato caratterizzato da «violazioni procedurali» e da presunti brogli. L’OSCE ha rilevato che le elezioni sono state in generale «ben organizzate», ma che ci sono stati gravi problemi con il processo di conteggio. In un comunicato l’Organizzazione ha parlato di «frequenti manipolazioni» e il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, da Bonn, ha sollecitato un’indagine indipendente per chiarire le presunte irregolarità dicendo che «il popolo russo merita un’inchiesta approfondita».