La sconfitta di Putin
Il partito di governo in Russia ha riconquistato la maggioranza assoluta alla Duma, ma ha perso quasi 100 seggi
Il partito di governo in Russia è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta alla Duma, la camera bassa, per un soffio di voti. I risultati ufficiali delle elezioni di ieri hanno assegnato a Russia Unita soltanto il 49,7 per cento dei voti, contro il 64 per cento ottenuto nel 2007. Si tratta ancora di una vittoria numerica, ma di una significativa sconfitta politica, che sottrae al partito quasi 100 seggi a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Il partito che ha maggiormente beneficiato dell’arretramento di Russia Unita è il Partito Comunista, che ha ottenuto il 19,1 per cento dei consensi, quasi il doppio rispetto al 2007. Hanno superato lo sbarramento del 7 per cento anche i socialisti di Russia Giusta (13,1 per cento) e i nazionalisti di LDPR (7,7 per cento).
Nella giornata di ieri l’unico osservatore indipendente delle elezioni, Golos, aveva detto di avere raccolto 5.300 reclami riguardo presunte violazioni della legge elettorale, oltre a denunciare un attacco hacker al loro sito Internet. Golos è un’organizzazione finanziata dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Il primo ministro Vladimir Putin ha risposto alle accuse dicendo che le potenze straniere vogliono falsare i risultati delle elezioni. L’OCSE dovrebbe diffondere oggi le sue valutazioni.
Il voto di ieri era di fatto un referendum sulla popolarità dello stesso Putin, a tre mesi dalle elezioni presidenziali che si terranno il 4 marzo 2012. Putin è già stato presidente per due mandati tra il 2000 e il 2008. Una diminuzione dei consensi di Russia Unita era considerata probabile, ma nessuno azzardava prevedere la perdita della maggioranza assoluta. Difficilmente Putin mancherà l’elezione alla presidenza – anche se c’è chi ipotizza una nuova inversione dei ruoli, con Medvedev a fare ancora il presidente – ma il voto di ieri rappresenta la prima grossa crisi di consensi della sua lunga esperienza politica.