Il Belgio ha un governo
La crisi politica che durava da 535 giorni è ufficialmente finita e Elio di Rupo, fracofono e socialista, è stato nominato primo ministro
E’ finita ufficialmente la crisi di governo in Belgio. Il re Alberto II ha nominato in serata primo ministro del nuovo esecutivo Elio di Rupo, il primo premier francofono del Paese da oltre trent’anni e il primo socialista dal 1974, quando vinse Edmond Leburton. In un comunicato il Palazzo reale ha anche detto che ministro delle Finanze sarà il democratico-cristiano Steven Vanackere, l’attuale capo della diplomazia, mentre il liberale francofono Didier Reynders, ministro delle Finanze dal 1999, sarà ministro degli Esteri. Il nuovo governo sarà composto in totale da tredici ministri, compreso il premier, e da sei sottosegretari. Parteciperanno socialisti, cristiano-democratici e liberali mentre verdi e indipendentisti fiamminghi saranno all’opposizione. Domani si svolgerà il giuramento.
L’accordo è stato raggiunto in serata dopo venti ore di negoziati tra i sei partiti che compongono la coalizione di governo. Elio di Rupo, leader del Partito Socialista, era stato incaricato dal re di condurre le trattative sulla nuova maggioranza. Il Belgio si trovava infatti senza un governo da 535 giorni a causa della crisi che si era aperta nel Paese dopo le elezioni avvenute a metà giugno 2010. I partiti vincitori non erano riusciti a trovare un’intesa sulla formazione di una maggioranza: nel nord avevano vinto gli autonomisti della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA) di Bart De Wever, mentre al sud i francofoni del Partito Socialista guidato da Elio Di Rupo.
I risultati elettorali riflettevano la situazione del Paese diviso tra nord e sud (Vallonia e Fiandre) dal punto di vista culturale, linguistico ed economico: le due diverse comunità hanno giornali, televisioni, partiti diversi e i fiamminghi ritengono che la parte francese, più povera, ostacoli uno sviluppo economico. Ora il nuovo governo del Belgio non avrà davanti a sé mesi facili, con il debito pubblico al 96,8 per cento del Pil e le nuove misure di austerità che dovranno portare il Paese al pareggio di bilancio nel 2015.