I Metallica e la crisi economica
Il Wall Street Journal racconta delle band che anticipano o spostano i tour in Europa per evitare la crisi, pure i Red Hot Chili Peppers
I Metallica hanno deciso di anticipare le date del tour europeo per paura che la crisi economica faccia dimezzare gli incassi collegati. Invece di portare i propri concerti in Europa nel 2013, come era stato inizialmente previsto, i Metallica saranno in tour a partire da quest’estate. «Non sono un economista», ha detto il tour manager del gruppo Tim Burnstein «ma so che bisogna chiedersi sempre qual è il momento giusto per fare cosa, e dove».
L’industria musicale è già piegata dal crollo delle vendite dei dischi e la paura ora è che la crisi economica mondiale faccia precipitare anche i ricavi legati ai concerti: non solo quelli relativi ai biglietti ma anche i gettoni e gli ingaggi per i festival. Anche i Red Hot Chili Peppers hanno deciso di anticipare le date del loro tour europeo, dal momento che il 75 percento dei ricavi totali della band viene proprio dai concerti. Il Wall Street Journal racconta come i tour manager stanno cercando di rispondere a queste difficoltà.
Dopo la crisi finanziaria del 2008, le band rock e i loro manager hanno iniziato a fare molta più attenzione ai trend economici e alle fluttuazioni monetarie, soprattutto quando si tratta di firmare contratti all’estero. «Nei prossimi anni il dollaro sarà più forte e l’euro più debole, quindi voglio fare più concerti in Europa adesso per avere poi un vantaggio», ha detto Burnstein. A volte i calcoli dei tour manager vanno d’accordo con gli interessi della band. La scorsa estate per esempio i Red Hot Chili Peppers hanno portato il loro tour in America Latina per sfruttare economie in crescita come quella brasiliana, che potevano pagare bene. Il cantante e il bassista, fanatici di surf, ne hanno approfittato per fare surf a un’ora di macchina da Rio de Janeiro.
In generale, viste le previsione nefaste delle ultime settimane sul futuro dell’Europa, i tour manager stanno rivolgendo sempre più le loro attenzioni verso paesi con monete oggi più stabili, come quelli dell’America Latina, del Sudest asiatico e dell’Australia. E infatti l’anno scorso in Australia i Metallica non hanno suonato solo a Sidney e Melbourne, ma anche in una località meno facilmente raggiungibile come Perth. «Siamo degli esportatori, come la Coca Cola», spiega Burnstein. «Cerchiamo sempre il miglior mercato in cui andare».