Le elezioni in Croazia
Il partito HDZ al potere è in crisi e a vincerle sarà probabilmente "Chicchiricchì", la coalizione di centrosinistra (sì, si chiama proprio così)
Domani in Croazia e Slovenia si voterà per le elezioni legislative. Entrambi i governi al potere rischiano di cadere a causa della crisi che ha colpito i due paesi. Il voto in particolare in Croazia sarà molto delicato, alla luce del suo prossimo ingresso nell’Unione Europea, che è previsto per il 2013 e che sarà sottoscritto ufficialmente a Bruxelles venerdì 9 dicembre. Il premier Jadranka Kosor, 58 anni, leader del partito conservatore HDZ (Hrvatska demokratska zajednica, Unione Democratica Croata), difficilmente sarà rieletta. I sondaggi dicono che il partito di centrodestra al potere non dovrebbe andare oltre il 20 per cento delle preferenze, il che sarebbe un minimo storico per HDZ, che escludendo il periodo dal 2000 al 2003, governa la Croazia dal 1991, anno in cui il paese ha ottenuto l’indipendenza.
La crisi economica è in buona parte responsabile del crollo di popolarità di Kosor: dopo il boom della Croazia a cavallo tra anni Novanta e anni Zero, sospinto dal turismo, il paese ha rallentato di molto la sua crescita economica, preoccupando l’Unione Europa, che teme ripercussioni sulla propria economia. La disoccupazione è ai massimi livelli storici (17,4 per cento nell’ottobre 2011), sempre più negozi chiudono nella capitale Zagabria, gli sprechi pubblici e la lenta burocrazia sono problemi ancora molto lontani dall’essere risolti, mentre la crisi del 2008 ha causato una dura recessione che è terminata solo l’anno scorso e di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. Quest’anno le stime di crescita sono state fissate all’1 per cento del PIL, ma senza riforme adeguate nel 2012 il Paese potrebbe tornare in recessione. Chiunque andrà al governo dovrà intraprendere politiche molto impopolari per tenere il rapporto deficit/Pil sotto il 3 per cento, il debito pubblico sotto l’attuale soglia del 60 per cento e far ripartire l’economia. Proprio il debito pubblico della Croazia è stato declassato più volte dalle agenzie di rating, che da un anno lo considerano poco più dei cosiddetti “titoli spazzatura” (il rating attuale è BBB-).
Ma ad aver danneggiato HDZ sono stati anche gli ultimi scandali di corruzione che hanno coinvolto il partito e l’ex premier e storico leader Ivo Sanader, arrestato e sotto processo per un’inchiesta su una storia di tangenti e fondi neri partita dall’accusa di aver ricevuto mazzette dalla banca austriaca Hypo Alpe Adria. Si è scoperto anche che HDZ aveva più di una volta truccato i conti del Paese. Curiosamente, la stretta anticorruzione è stata lanciata proprio dal suo attuale leader Kosor per rispettare le condizioni poste da Bruxelles per l’ingresso della Croazia in Europa. L’HDZ è formalmente indagato dalla Commissione nazionale anticorruzione per aver ricevuto finanziamenti illeciti durante le campagne elettorali del 2003 e 2007 e le elezioni presidenziali del 2005, quando era candidata anche Kosor. Inoltre, anziani leader politici degli ultimi decenni come il primo ministro degli Interni della Croazia indipendente, Josip Boljkovac, 91 anni, sono stati recentemente arrestati per crimini di guerra commessi, secondo l’accusa, contro i croati filonazisti degli ustascia nel 1945, sotto l’egida dell’Esercito di Liberazione di Tito.
I partiti di opposizione dicono che questa è solo la punta dell’iceberg e promettono manovre economiche di “sudore, ma non lacrime e sangue” per salvare l’economia croata. Tutti si sono riuniti nel blocco di centrosinistra “Kukuriku”, che in croato sta per “sveglia” (dal “chicchiricchì” dei galli) e che è anche il nome dal ristorante in cui leader dei vari partiti si sono incontrati per formare la coalizione oggi guidata dal partito socialdemocratico SDP. Il candidato premier di Kukuriku è Zoran Milanovic, 45 anni, leader di SDP, che ha promesso riforme dell’amministrazione dello Stato, misure per la crescita dell’industria e delle piccole e medie imprese e, smentendo i suoi precedenti proclami, non ha escluso l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale se le cose per la Croazia dovessero mettersi veramente male. I sondaggi danno il Kukuriku nettamente avanti, intorno al 40 per cento delle preferenze, sufficiente per ottenere almeno 76 su 151 seggi in Parlamento e dunque la maggioranza assoluta, seppur risicata. I seggi apriranno domani alle 7 di mattina e chiuderanno alle 19. I risultati sono previsti nella tarda serata di domenica.
Nella foto: un manifesto del premier Kosor imbrattato dai suoi oppositori (AP/Darko Bandic)