L’approvazione del “Defense Bill”
La nuova legge contiene una norma su arresto e carcerazione senza processo per qualunque persona anche solo sospettata di terrorismo
di Tomaso Clavarino
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato, dopo una settimana di accese discussioni, il Defense Bill, un disegno di legge che stanzia 662 miliardi di dollari alla Difesa. Fin qui niente di strano, se non fosse che all’interno del Defense Bill ci sono due articoli che hanno scatenato molto dibattito tra i senatori e scandalizzato le associazioni per i diritti civili. Le norme permettono all’esercito statunitense di arrestare e incarcerare per un periodo indefinito di tempo qualunque persona anche solo sospettata di essere legata a gruppi terroristici: senza processo, senza alcuna accusa a proprio carico e anche sul suolo americano.
Le norme hanno fatto molto discutere i democratici, che al Senato hanno la maggioranza. La legge mira a rafforzare le norme varate dal Congresso dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, che già permettevano la custodia militare senza processo e senza limiti di tempo per i sospetti membri di Al Qaeda. Ma ora Osama Bin Laden è morto e molti analisti pensano che Al Qaeda sia molto meno forte che in passato. Il primo ad avere dei dubbi su queste norme è il presidente Obama che ha già annunciato che porrà il veto se questo disegno di legge non dovesse essere modificato. Obama si trova in difficoltà perché il suo partito è letteralmente spaccato. Molti democratici hanno votato a favore e uno dei due proponenti del disegno di legge, è proprio un democratico, il senatore del Michigan Carl Levin. Inoltre, in questi due anni Obama è stato spesso criticato dai gruppi per i diritti civili per non essersi abbastanza distanziato da George W. Bush nelle politiche repressive di sicurezza nazionale.
Nel corso di una settimana turbolenta, il Senato ha bocciato più di un emendamento che chiedeva che almeno gli americani fossero esentati da questa detenzione militare, nei confronti della quale anche FBI, CIA e vertici dell’esercito si sono dichiarati contrari. La senatrice repubblicana del South Carolina Lindsey Graham ha motivato così al New York Times il suo voto favorevole a questo disegno di legge: «I cittadini sospettati di far parte di al-Qaida si stanno esponendo alla prigione e alla morte. E se chiedono un avvocato, bisogna rispondergli: stai zitto! Tu un avvocato non ce l’avrai. Sei un combattente nemico e ora vediamo di parlare delle motivazioni che ti hanno spinto ad entrare in al-Qaida».
«La legge è una minaccia storica nei confronti dei cittadini perché espande e rende permanente l’autorità del presidente di ordinare all’esercito di imprigionare senza accusa e senza processo cittadini americani», ha detto Christopher Anders dell’American Liberties Civil Union. Ora la palla sulla questione passa alla Camera: se non dovessero esserci modifiche sostanziali, come in previsione, sarà Obama a porre il veto sulla legge. Un modo, forse, per farsi perdonare dai suoi elettori una mancata promessa: la chiusura di Guantanamo.