Sottosegretari che non lo erano
Un'omonimia ha convinto un professore italiano in Canada di essere stato nominato all'Agricoltura
Alessandro Trocino spiega oggi sul Corriere della Sera l’imbarazzante equivoco su due omonimi che ha convinto ieri Francesco Braga, docente all’università di Guelph e incaricato alla Cattolica, di essere diventato sottosegretario all’Agricoltura. Il nuovo sottosegretario era invece Franco Braga, docente di Tecnica delle Costruzioni alla Sapienza e presidente della Associazione di ingegneria sismica.
Ma nessuno dei due era al giuramento a Palazzo Chigi, ieri mattina, e questo ha protratto la confusione: il primo Braga si trovava in Canada e diceva al telefono «Io sottosegretario? La situazione è fluida. Al momento no, ma in effetti dovrei essere io». Primo responsabile dell’equivoco pare essere già la Presidenza del Consiglio (la cui indicazione errata era stata inizialmente ripresa anche dal Post, chiediamo scusa).
Il primo comunicato (poi corretto) parlava di «Francesco»: «Mi sono arrivate una valanga di congratulazioni, anche dal Consorzio del Parmigiano». Non solo: «Il ministro Mario Catania ha detto che “Francesco Braga porterà un valore aggiunto, perché è stato molto attivo nel Nord America”». Dunque in Canada. E ha aggiunto, il ministro: «Non ho ancora potuto parlare con lui, ma lo conosco di fama». Solo che non è lui. Francesco Braga, quello del Canada, è perplesso: «Sono imbarazzato, sono un italiano orgoglioso ma addolorato». Ma lei come ha pensato di essere sottosegretario? «Ho ricevuto una mail del ministero dell’Agricoltura alle 4.26 del mattino, ora locale. Mi si diceva di mettermi in contatto con loro». E? «Ho chiamato e chiesto se ero io il sottosegretario. Avevo visto la mia foto sui siti». E loro che hanno detto? «Sì, fino a un’ora fa era lei: ma ora abbiamo qualche dubbio, le faremo sapere. Ma io che gli dico qui in Canada, a quelli del mio Dipartimento?».
Nei giorni della formazione del governo c’era stato un altro equivoco con la convocazione del ministro Francesco Profumo, ma meno grave, con il suo omonimo Alessandro Profumo.