Che cosa succede a Milano?
Quello che conta non è capire chi prende le decisioni tra Boeri e Pisapia, scrive Marco Belpoliti, ma che tutti sappiano di cosa si discute
L’articolo di Marco Belpoliti sul caso Boeri-Pisapia a Milano, pubblicato su Doppiozero e sulla Stampa.
Cosa succede a Milano? È già terminata la primavera milanese? Il vento che aveva portato Giuliano Pisapia a vincere le elezioni sull’onda di un cambiamento è caduto? Le dimissioni di Stefano Boeri da assessore alla cultura segnano un’effettiva battuta d’arresto. Ma qual è la questione in gioco? La disobbedienza di un assessore, cui il sindaco vuole ritirare la delega? Un eccesso di personalismo? La mancata discussione nella collegialità di una giunta? Forse tutto questo, ma non solo. Il vero problema che pongono le dimissioni di Boeri è quello di un’assenza di discussione pubblica intorno ai problemi che riguardano la città in un settore importante. Per capire la crisi della giunta meneghina, bisogna partire dal fatto che nelle grandi città la cultura è un elemento decisivo attorno a cui ruota la vita di molti, l’economia, la fruizione del tempo, gli stessi spazi della città. Da quando tempo di lavoro e tempo libero hanno perso la loro identità, a causa delle nuove tecnologie, da quando l’intrattenimento è diventato un motore economico, la cultura si è trasformata in un elemento centrale della vita collettiva, e dunque politica. Dove posizionare un museo, quali mostre organizzare, come gestire gli spazi pubblici legati alla moda, al design, al cinema, al divertimento, sono tutte scelte legate alla vita pubblica. Lo spazio è politico; e la rappresentazione, come ci insegna Bruno Latour, è la premessa indispensabile della rappresentanza, ovvero della politica medesima.