Il primo giorno di voto in Egitto
Le elezioni si stanno svolgendo regolarmente e senza scontri, con lunghe file ai seggi per l'affluenza più alta del previsto
I seggi resteranno aperti fino alle nove di sera in Egitto, perché l’affluenza è stata molto più alta del previsto e perché durante la giornata si sono accumulati molti ritardi, causati soprattutto dalla mancanza di organizzazione. Ci sono state molte segnalazioni di brogli e scorrettezze e alcuni seggi hanno dovuto chiudere e riaprire più tardi perché l’inchiostro non era arrivato in tempo. Ma nell’insieme la giornata di oggi è stata una nuova dimostrazione del grande desiderio di democrazia dell’Egitto, che è tornato a votare in massa per la prima volta da quando il regime di Hosni Mubarak è crollato lo scorso gennaio.
Non ci sono stati scontri come si temeva – nelle manifestazioni degli ultimi dieci giorni sono morte più di quaranta persone – ma pochi partiti hanno rispettato l’obbligo di interrompere la campagna elettorale durante la votazione e in molti casi esponenti dei vari gruppi hanno presidiato di persona i seggi invitando i votanti a esprimersi in loro favore. C’è stata anche una grande partecipazione femminile e un’alta partecipazione della popolazione copta, la minoranza cristiana molte volte perseguitata e vessata.
Le testimonianze dirette dal Cairo oggi raccontano di un’atmosfera molto particolare, in cui l’entusiasmo delle lunghissime code di persone che sono tornate al voto per la prima volta dopo tanti anni contrastava con la massiccia presenza di polizia ed esercito. Molte persone che avevano partecipato alla rivoluzione di gennaio non hanno potuto votare perché in carcere, vittime dei processi sommari contro gli oppositori alla giunta militare che ha preso il potere dopo la fine del regime Mubarak. Il capo del Consiglio Supremo Militare, Tantawi, si è rifiutato di dare le dimissioni e di lasciare posto a un governo di “salvezza nazionale” guidato dal premio Nobel per la pace El Baradei.
«È l’inizio di una nuova era per l’Egitto», ha detto Amr Moussa, uno degli otto candidati alle elezioni presidenziali. «Questa è democrazia in azione, non in teoria». Il voto di oggi servirà a eleggere un Parlamento con l’incarico di scrivere entro il 2012 la nuova Costituzione. La legge elettorale prevede un sistema misto maggioritario-proporzionale con l’assegnazione di un terzo dei seggi a candidati indipendenti. L’Egitto è stato diviso in 189 collegi elettorali: 129 per l’Assemblea del Popolo (Maglis al-Shabab, o Camera Bassa, con 498 seggi) e 60 per il Consiglio della Shura (Camera Alta con 270 seggi). Gli eletti dovranno a loro volta nominare un gruppo ristretto di rappresentanti cui sarà affidato il compito specifico di scrivere la Costituzione. Si vota per zone geografiche in tre turni: oggi e domani al Cairo, Alessandria, Luxor e Porto Said, il 14 dicembre a Suez, Aswan, Ismaylia e il 3 gennaio nel Sinai e sulla costa mediterranea.