Le elezioni nella Repubblica Democratica del Congo
Domani si vota nella Repubblica Democratica del Congo per la seconda volta dalla fine della guerra civile, ma la situazione non è affatto tranquilla
Domani la Repubblica Democratica del Congo vota per le elezioni presidenziali e legislative, per la seconda volta dopo la guerra civile (1998-2003) e la cacciata dell’ex leader Mobutu Sese Seko. La situazione, tuttavia, è già molto tesa e a molti ricorda il 2006, quando gli scontri in strada tra le varie fazioni proseguirono per settimane. Ieri, durante l’ultimo giorno di campagna elettorale, si sono verificati gravi scontri nella capitale Kinshasa, dove si sarebbero dovuti svolgere, a pochi metri di distanza, i comizi di alcuni degli undici candidati alle elezioni. Migliaia di sostenitori delle varie fazioni hanno cominciato a lanciarsi pietre, qualcuno ha sparato e la polizia è dovuta intervenire con i gas lacrimogeni. Una persona è morta e diversi manifestanti sono rimasti feriti. Sempre ieri sono morte a Kinshasa altre due persone, ma in scontri precedenti ai comizi.
Visti i disordini, le autorità congolesi hanno deciso di interrompere la campagna elettorale e hanno annullato il comizio che Etienne Tshisekedi, il principale oppositore del presidente Joseph Kabila, avrebbe dovuto tenere di lì a poco. Le elezioni potrebbero essere a rischio. Infatti, oltre alla violenza delle ultime ore, ci sono molti dubbi da parte degli osservatori internazionali sulla loro regolarità. L’opposizione ha già denunciato brogli ma preoccupa soprattutto il fatto che una buona parte dei circa 60mila seggi sparsi per il paese non avrebbe ricevuto neanche le schede elettorali. Dunque, la tensione potrebbe salire ulteriormente in RDC, un paese che ancora oggi deve fare i conti con scontri etnici soprattutto nell’est del Paese, infrastrutture a pezzi, povertà diffusa e conseguenze del dominio coloniale e poi dittatoriale. Ma il presidente della Commissione elettorale, Daniel Ngoy Mulunda, ha poi fatto sapere che ad oggi il 90 per cento dei seggi ha ricevuto tutto il materiale necessario.
L’attuale presidente Joseph Kabila, che è succeduto a suo padre Laurent-Désiré Kabila assassinato nel 2001, è il grande favorito per la vittoria finale. Recentemente, il suo governo ha modificato la legge elettorale, eliminando il ballottaggio previsto nel caso in cui nessun candidato avesse raggiunto il 50 per cento dei voti. Ora, invece, chi vince al primo turno diventa automaticamente presidente e questo è un grande vantaggio per il 40enne Kabila, dal momento che l’opposizione è molto frammentata. Il suo principale avversario sarà quasi sicuramente il 79enne Tshisekedi, che però ha poche chance sia per la sua età sia per la sua vicinanza dall’ex dittatore Mobutu, un problema anche per l’altro candidato Vital Kamerhe. In corsa per la presidenza c’è anche Francois Joseph Mobutu Nzanga, figlio dell’ex dittatore e fino al marzo 2011 ministro del Lavoro.
Foto: AP Photo/Jerome Delay