In Marocco hanno vinto gli islamisti
Ma hanno ottenuto meno seggi del previsto, e dovranno formare una coalizione con gli altri partiti
Il governo marocchino ha confermato che le elezioni legislative sono state vinte dal partito islamista “Giustizia e sviluppo” (PJD) di Abdelilah Benkirane, molto popolare tra le classi più povere del Paese. Secondo i primi dati, il partito di ispirazione simile a Ennahda in Tunisia dovrebbe aver ottenuto circa 80 seggi su 395 in parlamento. Un grande miglioramento (fino a ieri ne aveva 45), ma comunque leggermente al di sotto delle aspettative che lo davano intorno ai cento seggi. Ora re Mohamed VI, secondo la nuova Costituzione, dovrà scegliere il primo ministro proprio da PJD che però non potrà scegliere autonomamente i ministri di governo e dovrà formare una coalizione con altri partiti. L’affluenza, come era nelle previsioni, è stata piuttosto bassa. Secondo i dati del Ministero degli Interni, solo il 45 per cento degli aventi diritto al voto si è presentato alle urne. Una cifra più alta rispetto alle elezioni del 2007 (quando aveva votato solo il 37 per cento), ma che comunque è stata letta come una vittoria dal “Movimento 20 febbraio” che aveva lanciato la campagna per il boicottaggio delle urne, in quanto per i suoi sostenitori la nuova Costituzione «non è democratica».
PJD, che non ha mai nascosto di voler imporre in Marocco provvedimenti ispirati a una più severa moralità di natura islamica, inizierà nelle prossime ore le consultazioni per la formazione di una nuova coalizione di governo. L’accordo sarà probabilmente raggiunto con almeno un paio degli altri principali partiti, che sono: i nazionalisti dell’Istiqlal del primo ministro uscente Abbas al Fassi, che avevano vinto le legislative nel 2007 e che questa volta hanno ottenuto più di 45 seggi; i liberali dell’RNI (Assembramento nazionale degli indipendenti), un’alleanza tra sette partiti di stampo monarchico di cui fa parte il ministro delle Finanze Salaheddine Mezouar, che hanno ottenuto 38 seggi; il Partito dell’Autenticità e Modernità (33 seggi, che però è inviso a PJD); e i socialisti dell’Unione delle Forze Popolari (USFP) (che ha ottenuto più di 29 seggi). I risultati definitivi delle elezioni saranno resi noti domani. Intanto, i manifestanti del Movimento 20 febbraio hanno già promesso battaglia contro il nuovo ordine costituito e si preparano a una grande mobilitazione per il 4 dicembre, la «giornata della collera nazionale», per chiedere al re Mohamed VI nuove riforme democratiche.
Nella foto il leader di PJD, Abdelilah Benkirane (ABDELHAK SENNA/AFP/Getty Images)