Le elezioni in Nuova Zelanda
Nell'anno del terremoto di Christchurch, la maggioranza è invece solidissima: i sondaggi danno il partito del premier oltre il 50%
Sabato 26 novembre si terranno in Nuova Zelanda le elezioni per rinnovare i 120 seggi della Camera dei deputati, la camera unica del parlamento del paese. Alle elezioni del 2008, il Partito Nazionale di centrodestra guidato da John Key aveva ottenuto la maggioranza relativa con 58 seggi. Aveva quindi formato il governo con lo stesso Key come primo ministro e l’appoggio del partito liberista ACT (5 seggi), del centrista United Future (1 seggio) e del Partito Maori (5 seggi). Il partito di Key, 50 anni, è il favorito anche per le prossime elezioni: gli ultimi sondaggi lo danno oltre il 50%. L’opposizione è formata dal partito laburista neozelandese di Phil Goff, che attualmente ha 42 parlamentari, e dai Verdi. Il parlamento rimane in carica tre anni.
Il referendum elettorale
Insieme alle elezioni politiche, si terrà anche un referendum consultivo (cioè non vincolante per il prossimo parlamento) sul sistema elettorale. Il primo quesito chiederà se abbandonare l’attuale sistema proporzionale misto, mentre il secondo darà la possibilità di scegliere tra quattro diversi altri sistemi elettorali. Le elezioni di sabato si svolgeranno con un sistema proporzionale misto. Agli elettori saranno date due schede, una per votare un partito e una per votare un candidato nella loro circoscrizione parlamentare: nel caso della Camera dei deputati, 70 membri saranno eletti in altrettante circoscrizioni parlamentari, e altri 50 membri saranno eletti proporzionalmente nelle liste dei diversi partiti.
La minoranza maori, i discendenti della popolazione indigena al momento della colonizzazione europea (attualmente il 15% circa della popolazione), può scegliere se votare in un collegio parlamentare “normale” o in uno dei sette grandi collegi elettorali a lei riservati.
La situazione politica
Il Partito Nazionale è il favorito di queste elezioni, con oltre 20 punti percentuali di distacco nei sondaggi sul Labour. Durante il governo Key il partito ha guadagnato qualche punto nei sondaggi e da diversi mesi è stabile poco oltre il 50% delle preferenze.
John Key è nel parlamento da solo nove anni e guida il National Party da cinque. Ma Key si è dimostrato molto abile nei dibattiti televisivi (tre) che hanno preceduto il voto, senza che gli avversari del Labour siano riusciti realmente a mettere in difficoltà il governo su nessun tema di attualità politica. La sua alta popolarità si spiega anche con i suoi modi tranquilli e rassicuranti. Al suo governo i neozelandesi (che sono solo 4,4 milioni) attribuiscono la capacità di aver tenuto fuori il paese dalle conseguenze peggiori della crisi economica europea e statunitense, e di essere riuscito a gestire in modo soddisfacente le gravi emergenze che hanno colpito il paese negli ultimi anni.
Nonostante la popolarità, i conti pubblici hanno raggiunto nuovi record di indebitamento, e negli ultimi tre anni due agenzie di rating hanno declassato il debito pubblico del paese. Oltre a questo, la seconda città del paese, Christchurch, è stata devastata da due terremoti, una serie di esplosioni nella miniera di Pike River ha ucciso 29 minatori e una nave cargo incagliata nel nord del paese, la Rena, ha causato il peggior disastro ambientale nella storia della Nuova Zelanda.
(le foto di Christchurch dopo il terremoto)
Se Key riuscirà ad ottenere anche solo tre parlamentari più del 2008, il NP avrà la maggioranza assoluta dei seggi: in questo modo potrà liberarsi dall’alleanza con i partiti minori che lo hanno sostenuto in questa legislatura, e in particolare di ACT, che nei sondaggi rischia di non avere rappresentanza parlamentare (come anche United Future). ACT è una sigla che sta per Association of Consumers and Taxpayers (“associazione dei consumatori e dei contribuenti”), ed è un partito liberista guidato da Don Brash, fino al 2006 leader del Partito Nazionale.
foto: AP Photo/New Zealand Herald, Dean Purcell