L’arresto di Mona Eltahawy
Una famosa giornalista egiziana è stata detenuta per dodici ore dalle forze di sicurezza al Cairo, picchiata e molestata
La giornalista Mona Eltahawy è stata arrestata ieri al Cairo e detenuta per diverse ore dalle forze di sicurezza egiziane. Eltahawy ha dato la notizia del suo rilascio intorno alle 10.30 attraverso Twitter, scrivendo di essere stata arrestata da funzionari del ministero dell’Interno e da membri dei servizi segreti, e di essere stata picchiata e violentata da membri di una formazione paramilitare.
La giornalista ha detto di avere il braccio sinistro e la mano destra rotti e di riuscire a stento a scrivere, e ha pubblicato online un’immagine della sua mano gonfia. Attraverso una serie di tweet ha descritto con parole molto crude il suo arresto e la sua detenzione, dicendo di aver subito anche pesanti molestie sessuali e di essere rimasta bendata per ore. Tra i responsabili delle violenze, Eltahawy ha nominato le Forze Centrali di Sicurezza (CSF, Central Security Forces), una formazione paramilitare che ha decine di migliaia di membri. Uno dei suoi tweet più recenti, dopo l’arresto, dice in inglese: “Pensavo tutto il tempo all’articolo che avrei scritto: dovete solo aspettare, stronzi”
Mona Eltahawy ha 44 anni ed è nata a Port Said, in Egitto. Ha vissuto nel Regno Unito, in Arabia Saudita e in Israele, prima di stabilirsi negli Stati Uniti nel 2000. Negli anni Novanta è stata corrispondente per l’agenzia di stampa Reuters dal Cairo e da Gerusalemme. Nella sua attività di giornalista ha scritto editoriali e analisi sulla condizione femminile nei paesi arabi e sulla situazione politica e sociale in Egitto, apparsi su molti importanti giornali internazionali, dal Guardian al Toronto Star canadese al New York Times.
Eltahawy si trova in Egitto per seguire i disordini degli ultimi giorni, che stava raccontando e commentando attraverso il suo account di Twitter, spesso con parole molto dure nei confronti della giunta militare che governa il paese e delle forze di sicurezza. Negli ultimi giorni aveva descritto le violenze in piazza Tahrir e in altre zone della città.