Gli amish aggrediti negli Stati Uniti
Una setta ha tagliato barba e capelli ad alcuni membri della comunità religiosa, un gesto simbolico considerato di grande violenza
di Chiara Lino
Ieri negli Stati Uniti un gruppo di amish appartenenti a una setta interna alla comunità è stato arrestato dall’FBI in relazione ad alcune aggressioni avvenute lo scorso ottobre. Il 7 ottobre alcuni residenti dei villaggi amish delle contee di Carroll, Holmes, Jefferson e Trumbull, nell’Ohio, erano stati aggrediti da altri amish che avevano tagliato loro i capelli, nel caso delle donne, e la barba agli uomini. Capelli e barba sono simboli della cultura e dello stile di vita amish – le donne non si tagliano mai i capelli e gli uomini smettono di radersi dopo il matrimonio – e gli episodi di violenza effettuati da amish su amish sono molto rari. Le indagini sono state rese complicate dalla reticenza da parte degli amish a parlare con la polizia: la comunità vive una vita semplice e isolata, e non gradisce i contatti col resto del mondo. Il Guardian spiega che “gli amish credono profondamente di dover perdonare per poter essere a loro volta perdonati da Dio, e questo spesso si traduce in una gestione della giustizia interna alla comunità che non prevede che i crimini vengano denunciati alle forze dell’ordine”.
È stato chiaro da subito che le persone aggredite erano unite da legami di parentela e che gli aggressori provenivano dal villaggio di Bergholz, sempre nell’Ohio. Tra le persone arrestate ieri dall’FBI per crimini d’odio ci sono il leader della setta, Sam Mullet, e tre dei suoi figli. Mullet il mese scorso aveva detto all’Associated Press di non aver ordinato le aggressioni, ma di non aver neanche tentato di fermare i propri figli, aggiungendo che si trattava di una vendetta per come gli altri amish avevano trattato il suo gruppo dopo la scissione avvenuta nel 1995. La moglie di una delle persone aggredite ha spiegato che molti amish avevano criticato l’atteggiamento severo adottato da Mullet verso chi lasciava la comunità e che era stato immediatamente scomunicato, anche senza alcuna ragione spirituale per una simile decisione.
La confessione religiosa degli amish è una delle tante nate in Europa dalla riforma protestante: gli amish sono anabattisti, cioè non credono nel battesimo prima della maturità fisica e spirituale dell’individuo, e non ritengono valido, pertanto, il battesimo dei neonati praticato tradizionalmente dalla religione cattolica. Originari di un’area oggi al confine tra Svizzera, Germania e Francia, fuggirono negli Stati Uniti nel Settecento a causa delle persecuzioni religiose e si stabilirono nelle loro aree centrali, dove fondarono comunità ristrette in cui poter perseguire il proprio stile di vita in un ambiente rurale, distante dal progresso e dallo sviluppo della società. Attualmente lo Stato con la maggior popolazione di amish è la Pennsylvania, seguita dall’Ohio, ma comunità amish o di confessioni simili, come i mennoniti e i quaccheri, sono diffuse in tutto il centro degli Stati Uniti e in alcune aree meridionali del Canada. Pur conoscendo l’inglese, parlano tradizionalmente un dialetto tedesco noto come tedesco della Pennsylvania o Pennsylvania Dutch (il termine dutch nell’inglese moderno significa “olandese”, ma in questo caso viene utilizzato con il suo significato arcaico, “tedesco”).
Gli amish cercano di vivere distanti da ogni mezzo moderno e tecnologico, e ogni loro gesto è volto a salvaguardare la comunità. Seguono le regole dettate dall’Ordine, un insieme di leggi tratte dagli insegnamenti biblici, e prediligono uno stile di vita semplice e modesto. La loro società è modellata su una gerarchia per anzianità, dove il più vecchio deve insegnare al giovane, e per questa ragione le loro scuole hanno un’unica stanza in cui studiano insieme i bambini di tutte le età: le maestre più anziane (donne ancora nubili scelte in base all’eccellenza della loro condotta morale) insegnano il mestiere alle più giovani e i bambini più grandi aiutano i più piccoli.
Raggiunta l’adolescenza i ragazzi amish entrano in un periodo chiamato Rumspringa, durante il quale i genitori allentano il controllo sui propri figli e permettono loro di avere qualsiasi tipo di contatto col resto del mondo, sperimentare nuovi stili di vita, vestire diversamente. Ciò che accade durante il periodo di Rumspringa, che significa letteralmente “saltare in giro”, non è sottoposto in alcun modo al giudizio della comunità: la fase può durare da pochi mesi ad alcuni anni e sono i ragazzi stessi a decidere come vivere quel periodo, se in totale libertà o restando fedeli alle regole della comunità, e quanto farlo durare. Alla fine del Rumspringa i ragazzi possono scegliere se tornare nella comunità e aderire consapevolmente alla confessione, facendosi battezzare e sottomettendosi alle regole dell’Ordine adottando lo stile di vita amish, o se abbandonare tutto e restare nel “mondo esterno”. Si stima che su 100 adolescenti 80 decidano volontariamente di adottare lo stile amish e tornare all’interno della comunità. Chi fa la scelta opposta non viene in alcun modo estromesso dai contatti con la propria famiglia e col resto del villaggio: i legami restano intatti, purché la scelta sia precedente al battesimo.
Gli amish si sposano giovani, solitamente entro i vent’anni, e hanno in media sei figli per ogni coppia. Il matrimonio è fondamentale per essere un buon amish, e la conoscenza reciproca tra i giovani è incoraggiata da tutti i membri della comunità. Non c’è nessuna restrizione sulla scelta del partner e i ragazzi sono lasciati liberi di frequentarsi anche da soli.
A causa del loro rifiuto di tecnologia e modernità, che si sta comunque ammorbidendo molto rispetto al passato, si spostano a piedi, a cavallo o in carrozza e prediligono lavori artigianali o agricoli. Le loro regole sono molto restrittive per quanto riguarda l’abbigliamento: alle donne sono vietati i pantaloni, devono indossare gonne lunghe fino alle caviglie e cuffiette a coprire i lunghissimi capelli, e dopo il matrimonio dovrebbero vestirsi di nero (ma questa regola non sempre è applicata); gli uomini, come già accennato, smettono di radersi quando si sposano e si vestono in modo semplice con abiti prevalentemente confezionati a mano.
L’uso della tecnologia non è condannato, ma sconsigliato nei suoi aspetti più eccessivi. Non è raro che gli amish usino prodotti industriali, materiali sintetici o elettrodomestici, ma prediligono ciò che possono fabbricare artigianalmente. Per via di questa diffidenza verso l’esterno è difficile che le comunità amish ospitino degli sconosciuti e men che meno delle troupe televisive. Nonostante questo il network britannico Channel 4 ha prodotto un documentario a puntate sulla Rumspringa di alcuni ragazzi amish, e la BBC è riuscita in varie occasioni a filmare la vita quotidiana della comunità.
In questo documentario della BBC, due uomini appartenenti alla comunità amish di Lancaster County, in Pennsylvania, cominciano a mettere in discussione alcune delle regole che dettano il loro stile di vita.
Un video molto più breve, sempre della BBC, è stato girato da un giornalista che è riuscito a ottenere il permesso di filmare la vita quotidiana di una famiglia amish mentre era loro ospite. La comunità di cui fa parte questa seconda famiglia risiede nell’Indiana ed è palesemente più tollerante di quelle della comunità di Lancaster County: i figli della coppia si dichiarano non amish e i genitori sembrano rassegnati alla progressiva modernizzazione («ormai i giovani lavorano in fabbrica») che inevitabilmente porrà fine al loro stile di vita.
Non sono molte le notizie di cronaca che coinvolgono gli amish, che vivono in comunità pacifiche e raramente accettano il coinvolgimento di autorità esterne. Il fatto più importante degli ultimi anni è stato una sparatoria dell’ottobre del 2006 in una scuola amish di Nickel Mines, in cui rimasero uccise sei bambine. Charles Carl Roberts IV, autista di un furgone del latte, entrò armato nell’edificio composto da una sola stanza, fece uscire adulti e bambini maschi e, prima di suicidarsi, sparò alle bambine. Oltre alle sei uccise, altre cinque furono gravemente ferite.