L’Europa divisa in due
Un grafico dell'Economist mostra le enormi differenze economiche tra le nazioni del nord e quelle del sud
Negli ultimi mesi gli investitori finanziari hanno chiaramente dimostrato di non avere molta fiducia nei paesi dell’area dell’euro che stanno subendo maggiormente la crisi. I tassi d’interesse dei titoli di Stato di paesi come la Spagna, la Grecia, il Portogallo e l’Italia sono aumentati notevolmente, allontanandosi da quelli di altre aree dell’Europa dove le condizioni economiche sono meno pesanti.
Partendo da questi presupposti, quelli dell’Economist hanno deciso di mettere a confronto il nord e il sud dell’Europa utilizzando alcuni particolari indicatori economici. Dai grafici emerge chiaramente come i problemi vadano ben oltre quelli dei titoli di stato e dello spread, con differenze notevoli tra i paesi del nord – Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi – e stati del sud: Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.
Nella colonna a sinistra, il primo grafico mostra il confronto tra il prodotto interno lordo (PIL) pro capite tra le due regioni, mentre il secondo il tasso di disoccupazione, notevolmente più alto nel sud. Il terzo grafico mostra il rendimento dei titoli di stato a dieci anni, più alto nel sud dove i tassi d’interesse sono aumentati notevolmente. Infine il disavanzo primario in percentuale rispetto al PIL.
Nella colonna a destra, il primo grafico mostra il livello di produzione in dollari per ogni ora lavorata, mentre il secondo il debito pubblico in percentuale rispetto al PIL. Il grafico successivo mostra il cambiamento percentuale nella produzione industriale nel primo decennio del 2000, ed è evidente quanto sia rallentata nel sud dell’Europa. L’ultimo grafico mostra la posizione internazionale di investimenti netti (PIIN): semplificando possiamo dire che una PIIN positiva indica un paese “creditore” mentre una PIIN negativa indica un paese “debitore”.