Non c’è più @palazzochigi su Twitter
Un finto account Twitter del presidente del Consiglio è stato chiuso, forse a causa di una segnalazione di un deputato del PD alla Polizia Postale
Aggiornamento delle 17:00: è stato aperto un nuovo account, probabilmente dagli stessi autori di @palazzochigi, con lo username @PChigi. Anche questo sembra violare il regolamento di twitter, che riportiamo nell’articolo.
L’account @Palazzochigi su Twitter è stato chiuso nella serata di domenica 20 novembre. Non era ufficiale, era attivo da un paio d’anni e impersonava, con un’ironia abbastanza sottile da poter essere fraintesa, il presidente del Consiglio in carica. Passato abbastanza inosservato durante il governo Berlusconi, ha cominciato ad attirare l’attenzione degli altri utenti nella fase politica che è andata dalle dimissioni di quest’ultimo alla nascita del governo Monti.
Molti ne hanno colto l’intento ironico, ma tantissimi hanno creduto davvero alla possibilità che l’account fosse reale: l’intento satirico non era spiegato nel profilo dell’account, e in diversi tweet non si leggeva alcun tentativo satirico ma solo il tentativo di impersonare il nuovo presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi si erano moltiplicati i tweet che prendevano sul serio quanto scritto dall’account, nonché quelli contenenti consigli e domande riguardo il nuovo governo.
Questa ambiguità ha attirato l’attenzione, tra gli altri, di Andrea Sarubbi, il deputato del PD noto per essere stato tra i primi a raccontare sul suo account twitter le sedute della Camera contrassegnandole con l’hashtag #opencamera. Sarubbi, visto da molti come affidabile interlocutore online all’interno delle istituzioni, ha dovuto spiegare a tanti utenti confusi che l’account @palazzochigi era, effettivamente, un fake, un account falso usato a scopi satirici. «Io in realtà non avevo abboccato», ha spiegato ieri notte, sempre tramite Twitter, «però non mi aveva nemmeno fatto ridere». Con l’aumentare delle polemiche tra chi trovava la satira di @palazzochigi palese e divertente, Sarubbi ha pubblicato una spiegazione più articolata di ciò che è successo.
Mi si chiede una presa di posizione sulla chiusura di @palazzochigi. Per amor di trasparenza, ecco la mia versione dei fatti. Che non è un tentativo di convincere nessuno, si capisce; è solo una risposta necessaria, per quanto scomoda, perché quelli che si nascondono non mi sono mai piaciuti.
1. In settimana mi arrivano varie segnalazioni di persone confuse da un account che si chiama @palazzochigi, che ha una foto di Mario Monti e un link alla sua scheda sul sito del Senato. Diversi non hanno capito se si tratti di un account vero o di un fake.
2. Raccolgo le preoccupazioni e a mia volta segnalo il problema alla polizia postale, chiedendo di fare accertamenti. Se sia configurabile come satira o come furto d’identità, lo stabiliranno loro: io mi limito a segnalare il disorientamento di alcuni utenti di twitter, di fronte a un account che gioca molto sull’ambiguità.
3. Dopo la mia segnalazione, si scatena la protesta di diversi utenti. Altri invece mi danno ragione e mi ringraziano. I primi passano per democratici, si capisce, e i secondi per fascisti. (“Fascista” è infatti l’epiteto che mi viene rivolto più frequentemente, perché in un tweet ho scritto di sperare che il giochino finisca presto: non mi interessa che l’account venga chiuso, ma solo che si rendano più netti i confini tra satira e furto di identità). Poi ci sono altri ancora, che avrebbero preferito una via cerchiobottista: hai ragione, il fake non era chiarissimo, la satira non era trasparente, ma dovevi solo segnalarlo a twitter.
4. Stasera apprendo da twitter che l’account è stato chiuso. Non so se sia stata la Polizia postale o se la decisione l’abbia presa Twitter, in seguito ad altre segnalazioni; io avevo solo riportato il disagio di diversi utenti, poi non mi sono più interessato alla cosa.
5. Chiedo scusa sinceramente alle persone che si divertivano con i tweet di @palazzochigi, ma con la stessa sincerità rispedisco al mittente le accuse di fascismo. Divertitevi pure sui miei capelli, su#opencazzola e tutto il resto. Poi, però, un giorno parliamo seriamente della differenza tra la libertà di espressione e l’assenza di regole.
Non è possibile determinare se a far chiudere l’account sia stata la segnalazione di Sarubbi alla Polizia Postale o un intervento dello staff di Twitter su segnalazione degli utenti. Le regole del social network su imitazione e parodia sono molto esplicite e l’account @palazzochigi le violava (i grassetti sono nostri).
Impersonare significa fingersi un’altra persona o entità con lo scopo di ingannare [gli utenti]. L’impersonificazione è una violazione delle regole di Twitter e può determinare la sospensione permanente dell’account.
Agli utenti di Twitter è permesso creare parodie, account di commento o account fan. […] Account con la chiara intenzione di confondere o sviare possono essere sospesi permanentemente.
Sulla parodia:
Per evitare account che impersonano persone o enti esistenti, le informazioni sul profilo dell’account devono rendere chiaro che il creatore dell’account non è la stessa persona o ente che fa da oggetto della parodia. Ecco alcuni consigli per contrassegnare il tuo account:
Username: lo username non dovrebbe essere esattamente lo stesso dell’oggetto della parodia, commento o fandom; per renderlo più chiaro, dovresti distinguere l’account aggiungendo parole come “not”, “fake” o “fan”.
Nome: il nome del profilo non dovrebbe essere lo stesso dell’oggetto di parodia, e andrebbe distinto con parole come “not”, “fake” o “fan”.
Bio: la bio dovrebbe includere una dicitura che distingua l’account parodico dalla reale identità, come “questa è una parodia”, “questa è una pagina fan”, “account parodico”, “account fan”, “questo account non è affiliato con…”
Comunicazione con altri utenti: l’account non deve, attraverso comunicazioni pubbliche o private con altri utenti, provare a ingannare o sviare gli altri sulla propria identità.
Gioco di ruolo: Twitter permette la creazione di account di gioco di ruolo. Se stai usando un account di gioco di ruolo che potrebbe includere argomenti polemici o controversi, consigliamo di aggiungere alla bio una chiarificazione, come “gioco di ruolo”.