L’ultimatum della Lega Araba alla Siria sta per scadere
A mezzanotte il regime di Assad dovrebbe interrompere le violenze contro gli oppositori, ma l'aria che tira non promette bene
La Siria continua la repressione degli oppositori del regime, nonostante abbia formalmente accettato il piano della Lega Araba per mettere fine alle violenze. Secondo il piano, presentato il 2 novembre, la Siria deve interrompere l’uso della forza entro la mezzanotte di oggi, ora locale (le 23 ora italiana). In caso contrario, scatteranno sanzioni, oltre alla sospensione della Siria dall’organizzazione internazionale. Ma secondo gli attivisti siriani, dal 2 novembre sono state uccise circa 400 persone. Solo nella giornata di ieri i morti sarebbero stati undici.
Mercoledì 16 novembre la Lega Araba aveva dato alla Siria un ultimatum: entro tre giorni avrebbe dovuto accettare una delegazione di osservatori dell’organizzazione, inizialmente fissata a 500 persone. La Siria ha formalmente accettato, ma ha presentato una lettera che precisa le condizioni che renderanno possibile la missione (tra cui una riduzione del numero degli osservatori e precisazioni sul loro status giuridico), una mossa che secondo i critici è stata fatta solo per prendere tempo.
Il piano della Lega Araba impone di iniziare trattative con i movimenti di opposizione entro due settimane, il ritiro dei mezzi pesanti e la fine degli attacchi, e la redazione di una nuova costituzione. Al di là delle dichiarazioni diplomatiche, non si ha notizia di nessun passo concreto del regime di Assad nella direzione di soddisfare le richieste. Ma nelle ultime settimane l’isolamento internazionale della Siria sta crescendo. Il ministro degli Esteri britannico William Hague incontrerà lunedì 21 novembre a Londra rappresentanti dell’opposizione siriana, mentre anche il re Abdullah di Giordania ha invitato Assad a lasciare il potere.
foto: AP Photo/Abdeljalil Bounhar