L’assalto al Parlamento del Kuwait
Un migliaio di persone ha invaso il Parlamento per chiedere le dimissioni del Primo ministro e di sedici deputati accusati di corruzione
Un migliaio di persone ha preso d’assalto ieri il parlamento del Kuwait nella capitale Madīnat al-Kuwait sfondando le porte ed entrando per qualche minuto nella sala principale. I manifestanti hanno intonato l’inno nazionale e chiesto le dimissioni del primo ministro, lo sceicco Nasser Mohammad al-Ahamad al-Sabah, e di 16 parlamentari al governo accusati di aver ricevuto tangenti per più di 250 milioni di euro.
Il corteo stava in un primo momento marciando verso la residenza del Primo ministro, ma è stato fermato e caricato sulla strada dalla polizia che ha picchiato i manifestanti con il manganello e ne ha feriti, secondo alcuni testimoni, almeno cinque. «Ora, siamo entrati nella casa del popolo» hanno gridato gli attivisti che hanno deciso di dirigersi e invadere il Parlamento.
Ieri 20 parlamentari dell’opposizione hanno boicottato una seduta parlamentare. Le tensioni contro il governo di Nasser Mohammad al-Ahamad al-Sabahin sono iniziate a maggio 2010 quando, due giorni dopo la nomina dell’esecutivo, tre parlamentari dell’opposizione avevano presentato una mozione per chiamare il primo ministro in Parlamento a rispondere di irregolarità finanziarie legate alla gestione della compagnia di telecomunicazioni “Zain”.