Il bipolarismo con 21 partiti
Filippo Ceccarelli e Massimo Gramellini sulla moltitudine di sigle e componenti microscopiche che hanno sfilato alle consultazioni
Oggi Filippo Ceccarelli su Repubblica e Massimo Gramellini sulla Stampa enfatizzano come, a fronte delle cinque liste elette in Parlamento nel 2008, il presidente del Consiglio incaricato Mario Monti debba incontrare in questi giorni i rappresentanti di 21 partiti, ognuno a sua volta rappresentante di una componente parlamentare (poi ci sono quelli fuori dal Parlamento, senza contare le molte correnti in cui questi 21 partiti sono suddivise).
L’articolo di Ceccarelli su Repubblica:
Non molto tempo fa, era il pomeriggio del 14 settembre, al termine degli scontri avvenuti tra Polizia e Cobas mentre la Camera stava votando l’ennesima manovra economica, tra fumi e volantini qualcuno ha visto, debitamente spiaccicati sul selciato di piazza Montecitorio, delle frattaglie. Per l’esattezza, come riferito dai giornali, un cuore e un fegato di bue, lì plausibilmente recapitati dai manifestanti per rafforzare l’idea della «macelleria sociale». Intravedere premonizioni e azzardare metaforiche analogie, tanto più se stomachevoli e sanguinolente, può essere rischioso e addirittura ridicolo. Ma se proprio non si riesce a resistere alla tentazione, sempre appellandosi all’indulgenza dei protagonisti e degli addetti ai lavori, è almeno onesto far presente che oltre a quella sociale esiste forse anche una macelleria politica o post-politica che, in ogni caso con i dovuti tagli, pezzature, brandelli, lacerti e frattaglie da bancone – e in vendita a vari prezzi, come ormai si è capito.
Ieri pomeriggio alle 18,41 l’agenzia Agi ha emesso un dispaccio che metteva in fila l’ordine e le denominazioni dei 34 gruppi con i quali il presidente incaricato Monti si stava via via consultando nel cupo teatro del Palazzo Giustiniani in un momento drammatico della storia nazionale. E davvero suona a vuoto l’ironia per il numero dei partitelli che costantemente prolifera in queste liturgie sempre più vuote e mortifere, e a nulla serve sbertucciare gli atteggiamenti pretenziosi e compiaciuti, gli scaltri arrembaggi e le sgomente fissità dei consultati davanti alle telecamere, gli sguardi e le parole rivolte a torme di giornalisti rintronati dalla noia. Cosa accada nei colloqui è patrimonio dei retroscena. Ma tra il podietto e di solito una commedia assurda e crudele.
(continua a leggere sulla rassegna stampa della Camera)
L’articolo di Gramellini sulla Stampa.
Fra le ragioni per cui il governo spread-sidenziale di Mario Monti non è ancora riuscito a entusiasmare i mercati va annoverato lo spettacolo incomprensibile offerto dalle consultazioni dei 21 (ventuno) partiti presenti in Parlamento. Fare Italia, Liberaldemocratici, Liberali per l’Italia, Repubblicani Azionisti, Noi Sud, Io Sud, Forza Sud, Popolo e Territorio, Coesione Nazionale, altoatesini, valdostani, vecchi classici come socialisti, repubblicani e radicali e qualche altro manipolo di coraggiosi miracolosamente scampati alla mannaia del bipolarismo. Molte di queste sigle sono ignote persino ai commessi della Camera. Figuriamoci al professor Monti, che durante i colloqui coi vari Nucara, Iannacone e Antonione avrà passato metà del tempo soltanto per capire chi erano e soprattutto chi rappresentavano.